Torino città del cinema
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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Scadenza 30 giorni
Italia, 1944, 35mm, 88', B/N


Regia
Luigi Giacosi

Soggetto
Barbara Dil

Sceneggiatura
Vieri Bigazzi, Gian Maria Cominetti, Luigi Giacosi

Fotografia
Giorgio Orsini, Domenico Scala

Musica originale
Vittorio Giuliani

Suono
Giovanni Canavero

Montaggio
Annibale Rajneri

Scenografia
Luigi Ricci

Interpreti
Antonio Gandusio, Lilla Brignone, Ernesto Calindri, Carlo Dapporto, Roberto Villa, Vando Acerbi, Federico Collino, Pinuccia Galantucci, Nais Lago, Tilde Mercandalli, Delizia Pezzinga, Mario Ricci, Ermanno Roveri, Renata Seripa

Direttore di produzione
Mario Gabrielli

Produzione
Sidera Film (Torino)

Distribuzione
Lux Film

Note
Supervisione alla regia: Luigi Rovere; assistente operatore: Aldo Scavarda; assistenti alla regia: Mario Barbagli, Antonella Lori.




Sinossi
Due giovani sposi litigano per le vacanze. Lei vorrebbe passarle in una località alla moda, lui preferirebbe un luogo tranquillo, ma alla fine cede alle scelte della moglie. All’ultimo momento il protagonista, che è consulente legale di una grande industria, è costretto dal lavoro a rimandare la partenza. La sposina, irritatissima, parte da sola senza lasciare l’indirizzo della sua meta. Arriva in un grande albergo dove è alloggiato anche un giovane ricchissimo che ha attorno a sé una combriccola di filibustieri. Il giovane si innamora della sposina che si finge nubile ed annuncia ai genitori il suo prossimo matrimonio. La madre, che è proprietaria dell’industria in cui lavora lo sposino, raggiunge il figlio nell’albergo in cui si trovano riuniti tutti i personaggio della vicenda. Gli equivoci si chiariscono e l’amore trionfa.





«Realizzato a Tori­no durante il periodo di Salò, il film ri­sulta aver visto la luce (fugacemente) nel 1945. Come per gli altri film del periodo se n'è persa la memoria e come gli altri "confratelli" è rifiutato dai compilatori di annuari e dizionari. Se si escludono il saggio di R. Chiti e M. Quargnolo (Il cinema di Salò), pubblicato su “Bian­co e Nero” nel dicembre 1961, e l'appro­fondita analisi della produzione "vene­ziana" 1944/1945, di G. Ghigi in L'immagine e il mito di Venezia nel ci­nema, il cinema di Salò, per critici e storici "non esiste" (lo stesso Savio in Ma l'amore no si ferma al 1943 e tiene a comunicare che dal suo lavoro sono “...a maggior ragione, esclusi i film pro­dotti nel 1944-45 sotto l'egida della Re­pubblica di Salò...”. Pur non volendo addentrarci in complicati e fondamen­talmente sterili discorsi politici - che ben poco c'interessano - ciò che non riusciamo a comprendere è perché la storia del cinema italiano si interrompa nel 1943 e riprenda nel 1945/46! E i ven­ti-trenta film prodotti nel 1944/45? D'accordo che sono stati realizzati in un particolare momento storico, in una particolare (e drammatica) situazione politica; d'accordo che a produrli e rea­lizzarli furono probabilmente dei filo­fascisti (ma fra loro anche semplici sim­patizzanti e avventurieri della "celluloi­de" e anche personaggi apolitici che ap­profittarono della situazione per "lavo­rare"); d'accordo su tutto: ma è suffi­ciente ciò per cancellare un anno e mez­zo di cinema italiano? Pare proprio di sì: di quel cinema, oggi, è quasi impossi­bile trovare una traccia» (R. Chiti, R. Poppi, Dizionario del cinema italiano. Volò. 2. I film dal 1945 al 1959, Grenese, Roma, 1991).
 
«Se qualcuno ha voglia di dare un'occhia­ta ai giornali usciti a Torino il 26 aprile 1945 (il giorno prima dell'insurrezione popolare che segna il definitivo abban­dono da parte dei tedeschi del capoluo­go subalpino), noterà naturalmente come dell' imminente crollo del nazifascismo non vi sia traccia alcuna. E questo è normale, perché in tempo di guerra ogni informazione è rigida­mente filtrata. Ma tra le notizie ce n'è una ve­ramente curiosa. Riguarda l'annuncio per il 27 aprile di una prima sontuosa al cinema Corso di Corso Vittorio, una delle sale più eleganti di Torino, dove avverrà l'anteprima di Scaden­za trenta giorni, un nuovo film diretto da Lui­gi Giacosi e interpretato da alcuni attori all'epoca noti per le commedie: Antonio Gandu­sio, il bel Roberto Villa, Ernesto Calindri, Lilla Brignone. Al di là della curiosa coincidenza temporale (l'anteprima naturalmente non ci sarà) va ricordato che la scelta della sala non era casuale. Il film era stato infatti girato pro­prio negli splendidi spazi déco dell'atrio del ci­nema, costruito nel 1926: preziosi marmi, lu­centi specchi, policrome vetrate, come scrive­va nel 1944 la rivista “Dramma”, elementi uti­lizzati per simulare che fosse l'atrio di un gran­de albergo. Quel cinema, forse il più bello di To­rino, fu distrutto nel 1980 in un incendio scop­piato nottetempo» (S. Della Casa, “La Stampa - TorinoSette”, 18.4.2008).




Persone / Istituzioni
Vieri Bigazzi
Luigi Giacosi
Giovanni Canavero
Antonio Gandusio
Lilla Brignone
Ernesto Calindri
Carlo Dapporto
Roberto Villa
Luigi Ricci


"Federico"
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Federico La Rosa
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Cinema e architettura – Esterno notte
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