Torino città del cinema
info txt max
ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Persone



Antonio Carella

Torino, 24 maggio 1949
Regista
Laureato in Filosofia, diplomato alla Scuola di cinema e televisione di Milano, esordisce alla regia nel 1984 con il documentario sulla condizione dei malati di mente Pericoloso a sé e agli altri, premiato al Festival Internazionale del cinema di Salerno.  Nel 1986 scrive e dirige I pugni in cielo, docu-drama che ha per protagonisti dei ragazzi ex-tossicodipendenti e che inaugura la quarta edizione del cinema indipendente di Bellaria. Con Incontro ai Giorni (1991), lungometraggio in 35mm, partecipa al Festival Cinema Giovani di Torino, al Sulmona Cinema Festival ed al Festival Internazionale del Cinema di Salerno. Dal 1990 lavora per la Rai (Mixer), occupandosi di tematiche che riguardano vari aspetti del disagio sociale. Per Speciale Mixer realizza i documentari: Il segreto di S. Egidio, Un piccolo grande uomo e Banda dell’Aids. Collabora con inchieste e reportage a diversi programmi televisivi, tra cui Gli anni in tasca di Sveva Sagramola, Film vero di Anna Scalfati, Enigma di Adriano Vianello, Correva l’anno di Paolo Mieli, per cui scrive e dirige anche le biografie Mao Zedong, Gheddafi, Ho Chi Minh, Milosevic, Kissinger. Realizza un documentario sulle mine anti-uomo in Afganistan (Kabul… per sempre) ed uno sulla storia di una giovane anoressica (Storia di Antonella). Si occupa di mafia,  ricostruendo  le storie di Peppino Impastato (C’era un ragazzo) e gli omicidi dei giornalisti Beppe Alfano e Mario Francese. Nel 1999 porta a termine Storia di Alessandro, docu-drama ispirato ad un atroce episodio di bullismo. Dal 2003 al 2005 lavora come programmista regista a  La storia siamo noi (Rai Educational): realizza Storia di un calciatore maledetto sull’ex calciatore Carlo Petrini, Il coraggio di una scelta, ricostruzione dell’assassinio del sindacalista Guido Rossa, e Un protagonista fuori dal coro, dedicato all’impegno politico di Ugo La Malfa. Nel 2006 porta a termine Il capitano Neri e Gianna, la tragica vicenda di due partigiani comunisti uccisi da comunisti e Rino vive!, documentario sul cantautore calabrese Rino Gaetano.





Torino per me è la ragazza con cui ci si fidanza per tutta la vita, ma alla fine non si sposa. Ho imparato ad amarla, andandomene. Così, da lontano, ho scoperto la sua bellezza e unicità. Il suo grigiore è diventato alone di atmosfere rarefatte e indefinite; la ruvidezza e  un certo snobismo intellettuale della sua gente si è trasformato in rigore ed indefesso senso del dovere, tipico delle popolazioni montane, pervase di calvinismo. Ho conosciuto, da bambino, la Torino operaia di Barriera di Milano: mio padre ha lavorato per quarant’anni alla Fiat. Da giovane,  la raffinatezza intellettuale di maestri come Pareyson, Firpo, Vattimo e Bobbio. E l’ho amata attraverso le pagine di Pavese e di Primo Levi, prima,  e di Calvino, poi. Quando sono tornato, come un figliol prodigo, l’ho abbracciata come una madre che si pensava perduta per sempre. Ho percorso più volte a piedi i chilometri dei suoi portici, come una specie di rito propiziatorio, dimenticato nel tempo. Non casualmente ho parlato di madre: a Torino sono nati cinema, televisione, radio, la Fiat,  ha mosso i primi passi il comunismo di Gramsci, Togliatti, e il pensiero liberale e antifascista di Gobetti, hanno messo radici case editrici quali Einaudi e Utet. È la città dei “santi sociali”, la cui tradizione è stata raccolta  dal Gruppo Abele e dal Sermig. Cosa rimane oggi di tutto questo? Poco. Il Museo del Cinema è un’opera unica al mondo. Rara nella sua bellezza, ci ricorda gli antichi fasti di un’arte e una città che ha forse la più efficiente Film Commision del nostro Paese, ma non è ancora riuscita a convincere i “torinesi della finanza” a investire seriamente  nella produzione di cinema. La Torino del futuro cosa sarà? Questa è la scommessa a cui tutti noi, specialmente i giovani e gli artisti,  siamo invitati a riflettere. Estrema periferia di un impero in decadenza, o luogo rinnovato di fermenti interculturali, polo di innovazione di linguaggi innovativi e originali? E, soprattutto, Torino sarà una città verde? o sempre più cementificata da opere faraoniche, di cui non si intravede la fine e il fine?
(Dichiarazione originale)

Per me il cinema è l’emozione di poter inventare una realtà dove possa aver posto la poesia,quella poesia che vive e si nasconde nelle cose, nei volti della gente, di uomini, donne che ci passano accanto a migliaia, ognuno con qualcosa di sé da raccontare. Con qualcosa che valga la pena di ascoltare e che, invece, il più delle volte rimane taciuto, sommerso, inascoltato. [...] Il cinema è anche coraggio, follia, rischio, paura, mistero, ricerca dell’ignoto. Richiede l’incoscienza di un trapezista e la tenacia e la precisione di un ingegnere. Guido Aristarco, di cui sono stato allievo a Torino, quando gli chiesi come potevo iniziare a far cinema, mi consigliò di lasciar perdere, “perché è troppo difficile e rischioso: meglio parlarne che farlo”Città di Torino (Assessorato alla Gioventù, Cinema e video a Torino 1992, E.D.T., Torino, 1992).







Film
titoloregiadatanote
Pericoloso a sé e agli altriAntonio Carella1984Italia, Bvu, 60', Colore
Incontro ai giorniAntonio Carella1991Italia, 35mm, 110', Colore




segnalibro
Copyright © 2005 - Associazione Museo Nazionale del Cinema | Contattaci
Piemonte Movie