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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cinema muto



Il ponte dei sospiri
Italia, 1921, 35mm, B/N

Altri titoli: A ponte dos suspiros, Le pont des soupirs, Die Seufzerbrücke.

Regia
Domenico Gaido

Soggetto
dal romanzo omonimo di Michel Zévaco

Sceneggiatura
Giovanni Bertinetti

Fotografia
Carlo Pedrini, Augusto Navone , Giuseppe Paolo Vitrotti

Scenografia
Domenico Gaido

Costumi
Domenico Gaido

Interpreti
Luciano Albertini (Rolando Candiano), Carolina White (Leonora Dandolo), Antonietta Calderari (Imperia, la cortigiana), Onorato Garaveo (Scalabrino), Vittorio Pieri (il Doge Candiano), Armand Pouget (Foscari), Agostino Borgato (Bembo), Carlo Cattaneo (Aretino), Giuseppe Falcini (Sandrigo), Luigi Stinchi (Altieri), Bonaventura Ibañez (Dandolo), Romilde Toschi (Bianca, figlia di Imperia), Italia Vitaliani (la Dogaressa), Ria Bruna (Zanze), Pina Majelli, Luigi Chiesa



Produzione
Pasquali & C., Torino

Note
Il film era composto da quattro episodi, per una lunghezza complessiva di 6.851 metri.
Episodio La bocca del leone: Visto censura n. 16.282 del 1.7.1921; 1.676 metri.
Episodio La potenza del male: Visto censura n. 16.283 del 1.7.1921; 1.717 metri.
Episodio Il dio della vendetta: Visto censura n. 16.284 del 1.7.1921; 1.754 metri.
Episodio Il trionfo d’amore: Visto censura n. 16.285 del 1.7.1921; 1.704 metri.
 
Ognuno degli episodi costituiva, da solo, il programma di proiezione di una sala dell’epoca, che veniva prontamente sostituito con l’episodio successivo una volta esaurito lo sfruttamento economico del precedente.
Distribuito in Olanda dopo un notevole battage pubblicitario; distribuito in Unione Sovietica e, nel febbraio 1924, in Portogallo.
Il film, di cui venne realizzata una versione sonorizzata all’inizio degli anni Trenta, nel 1925 si classificò quinto come popolarità e, secondo Vittorio Martinelli, può essere considerato il «film di maggior successo degli anni Venti in Italia». Ebbe alcuni problemi con la censura, che richiese la soppressione di una serie di inquadrature considerate licenziose e delle inquadrature relative all’accecamento del Doge.
 
Copie conservate presso: Cinémathèque Suisse (Lausanne); Cineteca Italiana (Milano).
Una copia restaurata e imbibita del film della durata di 288 minuti (35mm, 6.669 metri) è stata proiettata nel 2004 alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, con didascalie in italiano (velocità: 20 f/s). Provenienza: Cineteca Italiana (Milano).
La corrispondenza degli anni 1919-1926, i nulla osta del 1921 relativi ai quattro episodi e una copia dattiloscritta della sceneggiatura di Giovanni Bertinetti (I episodio) sono conservati presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
 
Il romanzo di Michel Zévaco è all’origine di altre tre trasposizioni, tutte di produzione italiana: Il ponte dei sospiri (1940) di Mario Bonnard; Sul ponte dei sospiri (1952) di Antonio Leonviola (1952); Il ponte dei sospiri (1964) di Piero Pierotti.




Sinossi
Venezia, XVI secolo. Dalla fugace avventura del brigante gentiluomo Scalabrino e della bella cortigiana Imperia nasce una bambina, senza che l’uomo ne sia messo al corrente; la cortigiana ama in realtà il nobile e coraggioso Rolando Candiano, figlio del Doge Candiano. Respinta dall’uomo, Imperia partecipa alla congiura ordita da Altieri, membro del Consiglio dei Dieci, dal Cardinale Bembo e da Foscari per spodestare il virtuoso Doge, che li credeva suoi fedeli amici. Mentre il Doge viene accecato e condannato a vagare senza meta nelle campagne circostanti, Rolando, alla vigilia delle nozze con l’eterea Leonora Dandolo, viene incarcerato ai Piombi con una falsa accusa di tradimento. Trascorsi alcuni anni, Rolando riesce a evadere dalla prigione nei pressi del Ponte dei Sospiri, in compagnia di Scalabrino, anch’egli incarcerato. Una volta libero, Rolando apprende che la madre, la Dogaressa Silvia, è morta per il dolore e gli stenti, che Foscari sta usurpando il trono del Doge mentre l’amata Leonora, credutolo morto, è diventata la moglie del malvagio Altieri. Senza perdersi d’animo, andando incontro a pericoli e duelli senza esclusione di colpi sempre affiancato da Scalabrino, Rolando riesce a vendicarsi di chi ha rovinato la sua famiglia e, diventato Doge, riconquista l’amore di Leonora e ristabilisce l’ordine in città. Scalabrino, a propria volta, scopre l’esistenza della figlia Bianca...





«Questo grandioso film, che traduce in magnifiche immagini l’appassionato romanzo di Michele Zevaco, popolarissimo in tutto il mondo, vuol essere una glorificazione della Repubblica Veneziana ed insieme un’affermazione di fervente italianità. Gli ideatori e gli esecutori di questo lavoro intendono di presentare al pubblico mondiale gli splendori monumentali della gloriosa repubblica, inquadrando in una possente rievocazione d’arte, un’avvincente storia d’amore, d’odio e di vendetta che si svolge con progressivo interesse drammatico per culminare alle spettacolose nozze del Doge col Mare... [...] E quando si compiono le sacre nozze col mare, la visione di una Italia futura sorge dalla laguna, simbolo della libertà che fin da quel secolo Venezia perseguiva nelle sue eroiche vicende. Tale, a larghi tratti, la trama di quest’opera che diffonderà nel mondo l’immagine dei gloriosi monumenti cui sono legati uno fra i più sfolgoranti ed eroici periodi della storia d’Italia, evocando sullo schermo le nobili figure dei patrizi che lottano per il trionfo della Repubblica e i cui nomi rifulgono ancora oggi di splendore» (“Lux”, a. II, n. 10, ottobre 1920).


Scheda a cura di
Azzurra Camoglio

Persone / Istituzioni
Giuseppe Paolo Vitrotti
Domenico Gaido
Armand Pouget


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