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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cinema muto



Dante e Beatrice
Italia, 1913, 35mm, B/N

Altri titoli: La vita di Dante, The Life of Dante, Dante et BĂ©atrice.

Regia
Mario Caserini

Fotografia
Giovanni Vitrotti, Giuseppe Paolo Vitrotti

Scenografia
Decoroso Bonifanti

Interpreti
Oreste Grandi (Dante Alighieri), Fernanda Negri-Pouget (Beatrice Portinari), Enrico Vidali, Cesare Gani-Carini, Nerini Grossi Carini, Vitale De Stefano, Antonio Grisanti, Ercole Vaser



Produzione
SocietĂ  Anonima Ambrosio, Torino

Note
Visto censura n. 5.927 del 26.12.1914, 735 metri.
 
Nel volume Cinema muto nei documenti d’epoca, Claudia Gianetto sostiene che il materiale fotografico promozionale del film lascia supporre che Dante non fosse interpretato da Oreste Grandi, come viene indicato solitamente, ma da Cesare Gani-Carini.
 
Copie conservate presso: Cineteca Italiana (Milano); Museum of Modern Art (New York), Cineteca del Comune di Bologna; Museo Nazion ale del Cinema (Torino)..
Il film è stato restuarato nel 2007 dal Laboratorio L’Immagine Ritrovata (Bologna) e presetnato alla 21° edizione del festival Il Cinema Ritrovato (2007), nell’ambito del progetto di valorizzazione e recupero di film muti realizzati dalle case di produzione torinesi promosso dal Museo Nazionale del Cinema e dalla Cineteca del Comune di Bologna.




Sinossi
Firenze, XIII secolo. Dante Alighieri, appartenente a una nobile famiglia legata ai Guelfi, costeggiando l’Arno dopo aver seguito una lezione di Brunetto Latini incontra la soave Beatrice, figlia dell’eminente Folco Portinari, e se ne innamora. La città è scossa dalla lotta tra Guelfi bianchi e neri e Beatrice, pur ricambiando i sentimenti di Dante, viene concessa in sposa a Simone de’ Bardi, tracotante capo dei Neri, per sigillare le alleanze politiche del padre. Di ritorno dalla battaglia d’Arezzo, dove si è distinto per acume e coraggio, Dante apprende la triste notizia e cerca invano consolazione in una vita di facili piaceri accanto alla cortigiana Gentucca. Infelice e amareggiata, Beatrice si ammala gravemente e muore, appena ventiquattrenne, fra le braccia di Dante, distrutto dal dolore, che intraprende gli studi che porteranno alla stesura della Vita nova e della Commedia.





«Dante, il poeta sacro che con un gesto aprì l’Universo agli occhi incantati dei mortali e tanto mondo chiuse nella sapienza del suo canto da render vano ai posteri ogni tentativo di giungere a tanta altezza, Dante, il giudice supremo del bene e del male, del passato e dell’avvenire dinnanzi a cui lo spirito dell’uomo stette ignudo senza la sua carne e senza le sue ossa, disvelato dalla luce del genio, Dante, che tra il Medio-Evo e l’età moderna si aderge simile a monte di misurata altezza, Dante padre d’Italia e colonna di fuoco sul Mondo, è tal nome contro il quale nulla può il tempo, però che il solo nominarlo scuota le genti come un vento gagliardo scuote le chiome d’una foresta. Ora della vita d’un tant’uomo, con tutta la riverenza che è dovuta, noi abbiamo cercato d’intessere il periodo più luminoso, quel periodo che decise della sua vocazione ed al quale egli dovette il suo avvenire spirituale, come i posteri a quello debbono il monumento più colossale di gloria e di sapienza che mai sia stato innalzato sulla terra, vogliamo dire il periodo della giovinezza del poeta. [...] Accingendoci alla ricostruzione di avvenimenti così gloriosi, noi abbiamo messo ogni cura perché l’opera riuscisse in ogni parte, non solo commovente e appassionante, come dai fatti era richiesto, ma nobile altresì e fedelissima, tanto che si accordasse in armonia colla verità storica. Perciò abbiamo attinto le nostre notizie dai narratori della Vita di Dante più prossimi a lui, come Boccaccio, e altresì da Dante stesso e da Piero di Dante, e con diligenza ricostruite le scene nei luoghi stessi della Toscana che di quegli avvenimenti memorabili furono spettatori. Onde il dramma palpitante d’amore e di dolore si svolge su quadri già per sé stessi risplendenti per venustà e per fama, tanto da riuscire ad un accordo perfetto di bellezza e d’interesse» (“La Vita Cinematografica”, a. IV, n. 3, 15.2.1913).
 


Scheda a cura di
Azzurra Camoglio

Persone / Istituzioni
Mario Caserini
Giovanni Vitrotti
Giuseppe Paolo Vitrotti
Oreste Grandi
Fernanda Negri-Pouget


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