Torino città del cinema
info txt max
ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Viaggio a Sodoma
Italia, 1988, Vhs, 140', Colore


Regia
Tonino De Bernardi

Soggetto
Tonino De Bernardi

Sceneggiatura
Tonino De Bernardi

Fotografia
Tonino De Bernardi

Musiche di repertorio
J. S. Bach, W. A. Mozart, A. Vivaldi, C. W. Gluck, F. P. Tosti, The Beatles

Montaggio
Giorgio Visciglia

Interpreti
Massimiliano Antonelli, Claudia Capone, Marco Balzaretti, Anna Coppo, Cristina Crovella, Stefano Bonfante, Ernaldo Data, Gerry Del Ponte, Giulietta De Bernardi, Veronica De Bernardi, Stefano Francia di Celle, Andrea Leone, Ottavio Mai, Edda Melon, Giovanni Minerba



Produzione
Mai-Minerba, L’altra comunicazione

Note

Altri interpreti: Mariella Navale, Rita Peloso, Carlotta Oddona, Bruno Rossotti, Guido Zandarin, Daniele Gaglianone, Raffaella De Vita, Alba Rosso, Rina Zucchelli, Valentina e Margherita Nessi, Stefania Uva, Augusto Stasia.

Film girato a Casalborgone. Compare anche il ponte di Chivasso poi distrutto nel ‘94 dall’alluvione.

Premi: World Wide Video Festival di Den Haag (Olanda), ex aequo con Puissance de la parole di Jean-Luc Godard.  

 

 





Sinossi
«C’era una guida per ogni parte e ognuna di queste corrispondeva a un pezzo della messa di Bach, cominciava col Kyrie, poi il Sanctus e c’erano queste donne che conducevano, finché nell’ultimo pezzo, che era l’Agnus Dei, c’era un ragazzo. Ed è un viaggio nell’omosessualità, tutto molto simbolico, o meglio… non naturalistico» (T. De Bernardi, dichiarazione inedita, 13.9.2007).




Dichiarazioni
«Viaggio a Sodoma nasce per me all’incrocio di un certo momento. Ero stufo di riscrivere Modi di essere, cioè la sceneggiatura di quello che dovrebbe essere il mio prossimo lungometraggio. Sono stufo, non accetto il cinema così com’è con le sue regole produttive e tutto il resto, non l’ho mai accettato, e così, per sentirmi vivo, ho accettato la proposta di Giovanni e Ottavio, miei amici, di fare per loro un video all’interno del loro Festival di cinema a tematiche omosessuali (il video non era neppure in 3/4!). Questa è stata la partenza, l’occasione; poi per me è iniziata l’immersione. Sodoma è allora diventata la città sia della Bibbia sia del presente, e il viaggio è diventato viaggio concreto (cioè che si vede, si sente, si può toccare... esiste): in più, Viaggio a Sodoma come discesa in se stessi, viaggio all’interno di sé o della condizione umana. E allora ho trovato un sottotitolo, tra i tanti, L’amor sacro e l’amor profano. E questo Viaggio riprende per me i temi di quel Modi di essere che dovrei fare presto (ma quando?) e li coniuga ad altri: in primis, il maschile e il femminile indagati nella loro opposizione e nel loro coesistere nell’uno, l’attrazione del simile ovvero il contrario che si rovescia nel simile, l’identità perduta e non mai ritrovata oppure ritrovata in altro, il dolore ma anche la gioia di vivere, il sesso come desiderio inappagato e poi anche che si realizza, la disperazione di esistere. Viaggio a Sodoma è il film che oggi (dico oggi perché non voglio ipotecare il futuro) mi rappresenta totalmente. È la gioia di far cinema, di sposare l’immagine, crearla. Il cinema come visione. E inventare un linguaggio: il mio che può diventare anche il tuo. Mi hanno accompagnato appunto la Bibbia, cioè la Genesi, che è così straordinariamente e sorprendentemente cinematografica, e Sade, il marchese De, con Le 120 giornate di Sodoma, anche se Sade nella sua geometria è forse troppo implacabile per me, e allora mi sono permesso di tradirlo; e ad esempio ci sono le quattro guide narratrici, ma io non posso mai ubbidire del tutto e allora ho variato il numero e anche a volte il sesso. E queste “guide” mi hanno portato verso e dentro la città di Sodoma» (T. De Bernardi, in VI Festival Internazionale Cinema Giovani, Torino 1988).
 
«Viaggio a Sodoma l’ho fatto proprio come se fosse un film in pellicola, mentre invece era in video. A rivederlo sembra il film di un pazzo, 2 ore e 35 minuti di riprese e ripetizioni, fatto senza tenere mai conto di chi guarda. In realtà, in questi ultimi anni vi è stato un processo graduale nel senso della narrazione. Mi interessava sempre di più sviluppare un mio modo di narrare, tant’è vero che ho anche scoperto che mi piace giocare con la recitazione» (T. De Bernardi, in S. Francia di Celle, S. Toffetti, Dalle lontane province. Il cinema di Tonino De Bernardi, Lindau, Torino, 1995).





«Tonino vuol fare dei film in 16 (o casomai in 35) ma non trova chi glieli produca. Troppo lontano da Roma, e anche da Milano. Troppo lontano dal cinema. Ma continua a filmare in mezzo pollice. Viaggio a Sodoma è in mezzo pollice, parlatissimo. Dopo Salsomaggiore viene presentato, senza sottotitoli, al più importante festival video europeo, quello dell’Aia, e vince il primo premio ex aequo con Godard (Puissance de la parole). Giusta accoppiata. Ma nessuno di noi se ne accorge, salvo gli amici di Cinema Giovani a Torino, che continuano a presentare i suoi video. In Viaggio a Sodoma tutti i temi cari a Tonino trovano una forma serena, contemplativa, matura: spazio e tempo, divinità degli uomini e della natura, sapienza greca e pazienza contadina, durata degli sguardi, letteratura classica rivisitata col candore e la semplicità didattica di un maestro di scuola che la legge “per la prima volta” assieme ai suoi scolari» (A. Aprà, in Arcipelago 2. Osservatorio sul cinema italiano ’93, Filmclub Associati, Roma, 1993).
 
«Viaggio a Sodoma di Tonino De Bernardi potrebbe essere considerato un saggio su come un regista cinematografico possa essere coerente con se stesso anche se non utilizza la pellicola ma il supporto elettronico. […] In Viaggio a Sodoma, premiato al Festival dell’Aja ex-aequo con Le dernier mot di Godard, si cercheranno inutilmente memorie di quadro e chromakey, immagini croppate o sequenze sincopate. Il ritmo  è invece lento, solenne, quale si addice alla contaminazione tra la Bibbia, De Sade e i dolci paesaggi delle colline dove De Bernardi, insegnante hippie, vive e lavora. [...] La proposta del film viene da Ottavio Mai e Giovanni Minerba, che da tempo (e tra mille difficoltà) organizzano a Torino Da Sodoma a Hollywood, il festival del cinema Gay. È solo una proposta perché i soldi naturalmente non ci sono. De Bernardi l’accetta: gira in Vhs, lavora con amici, familiari, la moglie e le figlie. Un esempio di come oggi in Italia il video sia anche il supporto utilizzato da un cinema emarginato perché non allineato. Di Viaggio a Sodoma la giuria del festival olandese ha apprezzato particolarmente che “De Bernardi tratta i problemi con semplicità, senza rinunciare mai all’impegno: è ciò che rende il suo lavoro sorprendentemente sincero”. Una sequenza in particolare resta impressa in chi guarda il film: una ragazza, inquadrata in primo piano, canta senza accompagnamento Let it be. Forse è da intendersi come un moderno espediente per rendere il salmodiare biblico; forse è un surrogato compensativo delle quattro guide proposte da De Sade, alle quali De Bernardi fa cambiare numero e sesso; forse si tratta semplicemente di valorizzare un’amica capace di cantare. Ma la purezza della scena, dell’accostamento tra immagini e musica, non si trova in nessun clip. È la purezza di Tonino De Bernardi, hippie  coerente, ribelle con una causa: il cinema» (S. Della Casa, “il manifesto”, 22.9.1989).


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Tonino De Bernardi
Giorgio Visciglia
Ernaldo Data
Giulietta De Bernardi
Veronica De Bernardi
Stefano Francia di Celle
Ottavio Mai
Giovanni Minerba


segnalibro
 = aggiungi
 = elimina
All'interno di ogni scheda troverete queste icone che vi permetteranno di memorizzare i documenti che più vi interessano o di eliminare quelli già memorizzati.
Copyright © 2005 - Associazione Museo Nazionale del Cinema | Contattaci
Piemonte Movie