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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Documento Z 3
Italia, 1942, 35mm, 85', B/N


Regia
Alfredo Guarini

Soggetto
Corrado Sofia

Sceneggiatura
Sandro De Feo, Alfredo Guarini, Ercole Patti

Fotografia
Gabor Pogany

Operatore
Marcello Gatti

Musica originale
Eugenio Steccanella

Montaggio
Dolores Tamburini

Scenografia
Boris Bilinsky

Aiuto regia
Vico Perroni

Interpreti
Isa Miranda (Sandra Morini), Claudio Gora (Paolo Sullich), Tina Lattanzi (Semoff), Aroldo Tieri, Luis Hurtado (Ivan Petrov), Guglielmo Bernabò (Kavelic), Nicola Timofejev, Amedeo Trilli (ufficiale jugoslavo), Carlo Tamberlani

Direttore di produzione
Giorgio Genesi

Ispettore di produzione
Alessandro Befani

Produzione
Artisti Associati

Distribuzione
Artisti Associati

Note

Nulla Osta n. 31.163 del 13.4.1942; 2134 metri.

Sceneggiatore non accreditato: Piero Tellini; assistente regista: Vico Perroni, assistente scenografo: Angelo zagame.

Film realizzato negli stabilimenti FERT di Torino.





Sinossi
Jugoslavia, 1941. Alla vigilia del colpo di stato che porta il Paese alla guerra con l’Italia fascista, una ragazza dalmata che fa parte del controspionaggio italiano viene arrestata dalla polizia jugoslava. Un agente jugoslavo promette di liberarla se questa riuscirà a carpire a un commissario sovietico, in arrivo a Belgrado, alcuni importanti documenti segreti. La ragazza porta a termine la sua missione, ma cerca di trasmettere i documenti in Italia. Viene fermata, ma proprio quando crede di essere ormai condannata, scopre che in realtà l’agente jugoslavo è anch’esso una spia del controspionaggio italiano. L’uomo finge di arrestarla e i due fuggono insieme verso la proprio patria.




«Dopo il suo ritorno da Hollywood, i film che Isa Miranda sta interpretando nei nostri studi sono le più vere tappe di quel ritorno. In chi, per un non breve periodo, è stata l’attrice più interessante del nostro cinema, sono ora evidenti, di film in film, i propositi di sempre più liberarsi dalle incrostazioni hollywoodiane, imposte dallo “standard” di laggiù, e da lei allora risolte in una cifra volentieri dietricheggiante. Già tutto questo si disse a proposito di È caduta una donna; con Documento Z 3 siamo ancora un po’ lontani dall’attrice attenta e vibrante, e desiderosa soltanto di schiettezza, che un tempo ammirammo, ma poiché ben comprendiamo quanto sia difficile liberarsi da una maniera, qualunque essa sia, così queste tappe non brevi e non facili vogliamo molto cordialmente risolverle nell’augurio migliore: che Isa Miranda abbia presto a ritrovare se stessa. Ora sta interpretando Malombra: speriamo che sia questa interpretazione la sua rivincita vera e uno schietto successo, nessuno più di noi lo desidera. Documento Z 3 è un film dedicato agli agenti del servizio segreto. Non un film di spionaggio e di spie, pronte a servire chi meglio le paghi, ma una romanzesca e avventurosa vicenda, vissuta da quelli che, in singolarissimi avamposti, lottando con fredda audacia, hanno tutto il diritto di essere chiamati combattenti. Impostazione nobile, sana; e chi aveva avuto il merito di delinearla e di imporla, avrebbe poi dovuto darle toni e sviluppi adeguati: sobrii, serrati, virili. Il soggetto di per sé, pur non avendo nulla di peregrino poteva essere facilmente reso più complesso e coerente dalla sceneggiatura e dai dialogati. Il romanzo di una giovane italiana di Sebenico che nel cuore della Jugoslavia, nel marzo 1941, dà tutte le sue energie per fornire al suo Paese informazioni importanti, e che alla fine scoprirà nell’uomo che maggiormente l’ha perseguitata un amico e un compagno come lei devoto: era un romanzo tale da esigere ogni cura nei suoi sviluppi e nei suoi trapassi. Invece, e stranamente, la sceneggiatura è qua e là corriva, il dialogo un po’ dozzinale; e da questi due elementi derivano le incertezze del film che, oltre alla Miranda ha tra i suoi attenti interpreti anche Luis Hurtado, il Barnabò, il Tambelani e Claudio Gora. Quest’ultimo vuole un cenno tutto per sé. Giovane ai suoi inizi cinematografici, è di una sicurezza e di una sobrietà evidenti, quasi sempre ammirevoli; e potrà certo fare molto, soprattutto se non risolverà la sua bella sobrietà in gelida freddezza, come talvolta mi pare che ne abbia la... tentazione» (M. Gromo, “La Stampa”, 26.4.1943).

«Gli Americani, i Tedeschi ed i Francesi stessi, hanno insistito a lungo nello sfruttamento di un genere come questo e, bisogna riconoscerlo, con risultati sempre migliori di quelli raggiunti dal regista Guarini, che ha affrontato un soggetto, per la prima volta sfruttato in Italia. Tuttavia, un particolare interesse poliziesco riesce anche a suscitarlo questo Documento Z 3, ma la tecnica messa al servizio dei motivi, si dimostra ingenua e quanto mai semplicistica. Senza contare, poi, i frequenti errori di macchina, alle volte persino ridicoli, e i paesaggi da un ambiente all’altro privi di unità narrativa. Isa Miranda è quella solita che abbiamo vista in questi ultimi tempi. Ed è un peccato che una attrice dalle qualità come le sue, non riesca a scuotersi da quel torpore patetico e melodrammatico nel quale è caduta, non sappiamo per colpa di chi! Claudio Gora non è male. Vorremo raccomandargli, però di educare la sua dizione» (G. De Santis, “Cinema”, n. 125, 25.4.1942).

«Un film di spionaggio realizzato con un certo ottimismo: [...] Alfredo Guarini presenta con questo il suo migliore film – un film disinvolto, legato, chiaro, che senza rivelare ambizioni troppo drammatiche, riesce ad essere un elegante e interessante passatempo. L’interpretazione è ottima. [...] Isa Miranda, la stella del film, ci si mostra in una luce migliore del solito, più sciolta, più vivace, più sorridente» (G. Setti, “Il Lavoro”, 19.4.1942).

«Non mancano aspetti che possono essere lodati. Prima di tutto è da notarsi, con compiacenza, che ci troviamo finalmente dinanzi a un’Isa Miranda meno patetica, [...] estatica, incantata, contemplativa [...]. In alcuni quadri, che sono certo i migliori, quelli nei quali la Miranda seduce il commissario sovietico, essa è sorniona, agile, elegante come un gatto. [...] Se a questo si aggiunge che sovente il dialogo è felice e l’azione ha disinvoltura e densità, si sono messi in risalto i pregi di Documento Z 3. In quanto ai difetti, lascio ai miei lettori l’incarico di scoprirli» (D. Callari, “Film”, 25.4.1942).

«Questo film è particolarmente interessante perché negli studi di corso Lombardia si ricostruisce nientemeno che la Jugoslavia contemporanea, nel periodo immediatamente precedente alla sua entrata in guerra contro l’Italia nel marzo 1941. È un film di spionaggio che ovviamente copre il buco determinato dal fatto che in quel periodo i film americani non arrivavano sui nostri schermi. Ebbe recensioni favorevoli, ma il successo fu modesto» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 19.2.2010).

 





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