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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Pagine strappate
Italia, 2004, Betacam, 21', Colore


Regista
Luca Agostino

Soggetto
Luca Agostino, Annalisa De Vitis, Francesco Giugiaro, Elena Lucia Marcon

Sceneggiatura
Luca Agostino, Annalisa De Vitis, Francesco Giugiaro, Elena Lucia Marcon

Fotografia
Pietro Sciortino

Operatore
Maurizio Bonino

Musica originale
Paolo Marenco

Suono
Mirko Guerra, Sonia Portoghese, Heinrich Vogel

Montaggio
Andrea Bolioli

Costumi
Cristina Costamagna

Trucco
Valentina Rosso

Scenografia
Federica Satragni

Interpreti
Francesca Pipino (Margherita Crespi), Vito Spinazzoa (Pietro Crespi), Candida Ballario (Barbara), Dora Franceschi (dottoressa), Pier Zuanon (marinaio), Patrizia Zampredi (suora), Mario Basso (giudice), Eugenio Ballari (Pierrot), Alessandro Mantelli (mago), Giovanna Ghione (ballerina)

Produzione
Elena Lucia Marcon per Associazione Corteggiamo

Note
Organizzazione: Elena Lucia Marcon.
 
Locations: Racconigi CN (ex manicomio).
 
Cortometraggio realizzato con il sostegno della Regione Piemonte.
 
Premi: Menzione di merito al 57° Festival Internazionale del Cinema di Salerno “per la sapiente evocazione di una vicenda sospesa tra passato e presente sul binario di un diario”; Premio alla Miglior Fotografia e al Miglior Montaggio al Gran Premio ilcorto.it, Roma 2005; Menzione della Giuria per la Lotta allo Stigma al Concorso Cinematografico Nazionale “Specchi Rotti e Lanterne Magiche” cinema e follia, Nocera Inferiore (SA) 2005; Primo Premio per la Miglior Regia e Secondo Premio del Pubblico al Festival “Ciak Valnerina in Corto”, Ferentillo (Terni) 2005; Menzione della Giuria al 2° Palermo Film Festival.




Sinossi
Pietro Crespi scopre un diario che gli rivela di aver avuto una sorella rinchiusa in manicomio sin da bambina. Una poesia strappata a metà gli svela il desiderio insoddisfatto della sorella di vedere il mare. A suo modo decide di realizzarlo.




Dichiarazioni
«Nel 1996 il manicomio di Racconigi ha chiuso i cancelli. La polvere e il silenzio delle sue mura si impadroniscono delle sue storie» (L. Agostino, Catalogo del 22° Torino Film Festival, 2004).
 
«L'idea di realizzare Pagine strappate è nata dall'esigenza di raccontare una realtà: quella dell'ex Ospedale Neuro Psichiatrico di Racconigi (Cn), che poi è la cittadina in cui vivo. Il manicomio è stato chiuso nel '96, dopo 125 anni di attività, e da allora versa in uno stato pietoso e di completo abbandono. È come un enorme Titanic di mattoni arenato sui fondali di una città dove sono racchiuse migliaia di pagine strappate, testimonianza delle vite interrotte dei pazienti. Fin qui la realtà. Poi, visto che secondo me il cinema deve aiutare a sognare, abbiamo provato, attraverso la finzione, a restituire un po' di speranza a una di queste pagine strappate. Vista la delicatezza del tema la sceneggiatura ha richiesto quasi due anni di studio del luogo, proprio per comprendere dove si dovesse fermare la finzione e iniziare la realtà. Il risultato è stato una sceneggiatura a otto mani, scritta da me, da Annalisa De Vitis, Francesco Giugiaro ed Elena Lucia Marcon. Naturalmente, durante le riprese sono state necessarie alcune modifiche, soprattutto nelle scene interpretate dagli ospiti della Comunità “Il Germoglio”. […] Il manicomio dista un centinaio di metri da casa mia. Per anni sono passato accanto al muro di cinta e non mi sono mai chiesto che cosa ci fosse oltre. Poi un giorno ho avuto la fortuna di entrarvi e sono stato rapito dalle mille stranezze di questo posto, che lo rendono tremendamente affascinante. Basta guardare il corto per capire cosa intendo… […] L'intento principale era quello di cercare di coinvolgere il maggior numero possibile di racconigesi durante la realizzazione del progetto: per esempio la bambina protagonista della storia è stata scelta dopo diversi casting nelle scuole elementari del paese. […] Sono un inguaribile ottimista, romantico, sognatore. Da ciò, considero il cinema un po' il mio habitat naturale. Soprattutto perché mi piace immaginare. I corti sono, secondo me, la maniera migliore per cimentarsi con questo mondo, poiché nella loro breve durata è comunque racchiusa la potenza espressiva del mezzo: la poesia del cinema» (L. Agostino, www.ilcorto.it).




Scheda a cura di
Luisa Izzo


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