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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Piove
Italia, 2008, MiniDV, 85', Colore

Altri titoli: It's Raining

Regia
Emanuele Caruso

Soggetto
Emanuele Caruso

Sceneggiatura
Emanuele Caruso

Fotografia
Stefano Triberti

Operatore
Roberto Sighinolfi, Stefano Triberti

Musica originale
Paolo Paglia

Suono
Silvia Degani

Montaggio
Emanuele Caruso

Aiuto regia
Beppe Masengo

Interpreti
Corrado Druetta (Oscar), Alessandro Cassinelli (Genlu), Giulia Andriulo (Daniela), Stefano Cirale (il professore), Roberto Leone (l’atleta), Daniela Cauda (Valentina), Angelo Marcenaro (Vincenzo Mondini), Piera Tarditi, Loredana Ghione, Nicola Conti, Enrico Conti, Luca Giordano, Matteo Cagnazzo

Casting
Lucia Servetti

Produttore esecutivo
Romano Sighinolfi

Produzione
Libra

Distribuzione
Digima

Note
Collaborazione alla sceneggiatura: Beppe Masengo, Lucia Servetti; suono in presa diretta; mixaggio audio e doppiaggio: Corrado Morando; mixaggio e montaggio colonna sonora: Mauro Fede; organizzazione generale: Luisa Giachino; segretaria di edizione, assistente alla regia: Lucia Servetti
 
Film realizzato con il contributo dell’Associazione culturale Magog e con il patrocinio della città di Alba.
 
Il film è stato realizzato da una troupe di 14 persone in 18 giorni di riprese con un budget totale di 2.000 Euro. Il montaggio totale del film ha richiesto circa 6 mesi di post-produzione.
 
Locations: San Grato, Alba, Benevello, Monteu Roero (CN).




Sinossi
Oscar è un giovane postino in piena crisi di identità. Tornato a casa dopo essersi laureato a pieni voti in lettere moderne, si ritrova in un ambiente che ormai è irrimediabilmente mutato. Accanto a lui Genlu e Daniela: gli ultimi due amici rimastigli vicino. Privo di ogni stimolo, Oscar vive in un mondo fatto di dubbi e incertezze, dove, incapace di cambiare se stesso e la sua vita, sarà costretto a fare i conti con l’ennesimo temporale che senza dargli tregua gli precipiterà addosso ancora una volta.




Dichiarazioni
«Piove è stata una sfida impossibile. Girare un film in 18 giorni con 2.000 Euro di budget è stato davvero molto difficile. Il segreto per girare un film del genere è il gruppo di persone che vi hanno lavorato dietro: circa 20 persone coinvolte fra le riprese e la post-produzione del film: quasi tutti giovani ai primi passi nel mondo del cinema, desiderosi di dedicarsi a un progetto ambizioso, che potesse raccontare qualcosa di importante. Piove è un film che vuole essere reale, che vuole avvicinarsi alle persone e alle difficoltà che ognuno di noi incontra nella propria vita. C’è uno scopo preciso nel girare un film del genere: comunicare con il pubblico e lasciare una riflessione. Questo è Piove: un’idea semplice, sviluppata con i pochi mezzi che il cinema indipendente e giovane si può permettere oggi in Italia, nell’intento di raccontare qualcosa che valga la pena di essere visto. Ideare un film come Piove, nonostante i pochi mezzi, ha richiesto tempo: circa 7 mesi di preparazione alle riprese e 6 mesi di montaggio video. E recentemente ha anche trovato un distributore italiano che lo porterà in alcune sale italiane in questo 2009. Una piccola grande vittoria per un film girato con pochissimo» (E. Caruso, Dichiarazione inedita, 2009).





Il regista cuneese compone con passione e con una certa dimestichezza la sinfonia di questa piccola e onesta opera prima. Nonostante i difetti che derivano sia dalla mancanza di finanziamenti ma anche dalla poca esperienza, soprattutto in sede di montaggio, Emanuele Caruso riesce a mettere insieme un film piacevole e scorrevole, che riesce a rendere con poche pennellate sia la solitudine che la deriva di una generazione che vive nel precariato, e sia a dipingere in modo realistico e cosciente lo sfondo sociale della vita di provincia. Il film, realizzato con attori non professionisti (ma che denotano impegno e motivazione), con mezzi poco sofisticati e con pochi soldi, ha partecipato all'Alba International Film Festival 2009 e all'ultima edizione del Festival Piemonte Movie. Un'opera che quindi nasce dalla passione senza compromessi, dalla propria esperienza personale e dalla voglia di comunicare le difficoltà di una generazione attraverso gli elementi del proprio vissuto: soltanto in questo modo è possibile riconoscere la genuinità di un prodotto, la verosimiglianza della situazione di molti e quindi l'onestà del messaggio. Il soggetto, nostalgico e divertente, i tre personaggi principali, semplici e realistici, la desolata bellezza dell'ambientazione, e la sensazione di cambiamento che i tre stanno vivendo, sono tutti elementi che si amalgamano con equilibrio e sintonia. L'ambizione e la passione del giovane regista e delle persone che hanno lavorato con lui dimostrano come il cinema sia possibile anche dove non ci sono i mezzi: questo lungometraggio di circa 80 minuti, con molte riprese in esterni e con personaggi definiti attraverso pochi tratti, nonostante i limiti che lo identificano ancora come un'opera “amatoriale”, regala attimi di viva identificazione, che fa del film un oggetto che appartiene a tutti, o se non altro alla generazione degli under-trenta.


Scheda a cura di
Eloise Liguoro


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