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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Persone



Ettore Scola

Trevico (Avellino), 10 maggio 1931
Regista, sceneggiatore
È sin da giovane collaboratore del giornale umoristico “Marc’Aurelio”. Dalla metà degli anni Cinquanta comincia a scrivere sceneggiature spesso al fianco di Ruggero Maccari (è datato 1953 il primo lungometraggio scritto dalla coppia, Fermi tutti arrivo io!) e dagli anni Sessanta è coautore dei copioni de Il sorpasso e I mostri diretti da Dino Risi, oltre che di  Io la conoscevo bene, diretto da Antonio Pietrangeli. Il suo debutto alla regia avviene nel 1964 con il film ad episodi Se permettete parliamo di donne. Negli anni successivi firma titoli di grande successo, come Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968), Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca (1969) e Il commissario Pepe (1969), lavorando con tutti i più importanti attori italiani, da Sordi a Manfredi, da Tognazzi a Mastroianni. Dopo Trevico-Torino: viaggio nel Fiat-Nam (1973), riuscito esempio di docufiction, Scola torna alla commedia dirigendo, nel 1974, C’eravamo tanto amati, film che ripercorre un trentennio di storia italiana, dal 1945 al 1975, attraverso le vicende di tre amici. Della seconda metà degli anni Settanta sono Brutti, sporchi e cattivi e Una giornata particolare. Chiude il decennio La terrazza, ritratto collettivo della vita notturno-salottiera d’un gruppo di intellettuali romani, che tira in qualche maniera le somme con il genere della Commedia all’Italiana. Nel 1982 affronta il tema della Rivoluzione francese in Il mondo nuovo, in cui Mastroianni impersona Giacomo Casanova. Buona accoglienza di critica e pubblico hanno i successivi Maccheroni (1985), ma soprattutto La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia italiana (dal 1906 al 1986) attraverso la saga di un’intera famiglia. Altri film di rilevo sono Splendor, Che ora è? (entrambi con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi), La cena (con Vittorio Gassman, Fanny Ardant e Stefania Sandrelli), Concorrenza sleale (con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto e Gérard Depardieu).





Già nel 1968 avevo voglia di fare un film sull’immigrazione dei ragazzi che dal Sud andavano a lavorare alla Fiat di Torino. Era Trevico-Torino. Io sono nato a Trevico, un paese in provincia di Avellino. Le immigrazioni sono tutte diverse ma con cause ed effetti identici. La prima emigrazione fu quella degli italiani che andarono a lavorare in America o in Germania; la seconda quella che dal sud portò i meridionali nel triangolo industriale; e poi quella di Roma, delle borgate, di cui aveva parlato Pasolini. […] La spinta è stata la stessa per i due film: per Trevico-Torino e poi Brutti, sporchi e cattivi. Ho sempre ho avuto un interesse per questi temi. Sarà che quando ero bambino e c’era la festa del paese, lo ricordo bene, veniva la banda, la gente dai paesi attorno, le bancarelle, le processioni, e venivano gli zingari, i rom. E mi ricordo che a noi bambini ci dicevano: non uscite, attenti. E una volta un pastorello fu trovato morto dietro un cascinale, e ci fu la convinzione che erano stati gli zingari.






Film
titoloregiadatanote
Trevico-Torino (Viaggio nel Fiat-Nam)Ettore Scola1973Italia, 35mm, 98', Colore
Passione d'amoreEttore Scola1981Italia/Francia, 35mm, 118', Colore
Vorrei che voloEttore Scola1982Italia, 35mm, 69', Colore




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