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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Persone



Marco Bellocchio

Bobbio (Piacenza), 9 novembre 1939
Regista
Interrompe quasi subito gli studi universitari per seguire la passione del cinema; si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove comincia un’attività di regista di cortometraggi, e documentari. Nel 1965 realizza il suo primo lungometraggio, I pugni in tasca, ritratto dissacrante e grottesco epitaffio dell'istituzione familiare presentato alla Mostra di Venezia come produzione indipendente. Due anni dopo continua a mettere sotto accusa i mali della società borghese in La Cina è vicina (1967), mentre del 1969 è il collettivo Amore e rabbia. Nel 1972 è la volta di Sbatti il mostro in prima pagina (1972), su sceneggiatura di Goffredo Fofi; dello stesso anno è Nel nome del padre. Con gli amici Stefano Rulli, Sandro Petraglia e Silvano Agosti affronta la drammatica condizione dei malati mentali nei manicomi nel documentario Matti da slegare (1975). La fortunata collaborazione con i due sceneggiatori e Agosti continua nel successivo documentario La macchina cinema (1978) in cinque puntate che porta per la prima volta il regista a Torino. La città, con i suoi quartieri periferici e disagiati, viene mostrata alla fine della quarta puntata, quando la troupe segue un giovane attore e militante dell’estrema sinistra che va a trovare la sua famiglia. Dopo il sodalizio artistico con Massimo Fagioli, con il quale negli anni Ottanta realizza diversi lungometraggi a soggetto, Bellocchio gira altri documentari (Sogni infranti - Ragionamenti e deliri, Addio del passato) e presenta al Festival di Cannes L'ora di religione. Il sorriso di mia madre (2002). L'anno dopo porta in concorso a Venezia Buongiorno, notte, sul rapimento di Aldo Moro. Torna a Torino nel 2009 per girare la maggior parte di Vincere, film che racconta la drammatica esistenza di Ida Dalser, la prima moglie di Benito Mussolini, amata, rifiutata e reclusa in manicomio fino alla morte.





Ero reduce da Venezia, dov’era stato presentato La Cina è vicina: alcuni l’avevano trovato inferiore a I pugni in tasca, ad altri piacque molto, garantendogli un certo successo. Anche a causa di vicende personali avevo bisogno di allontanarmi da quell’esperienza. In autunno mio fratello Piergiorgio e altri dei Quaderni Piacentini mi dissero che a Torino stavano accadendo dei fatti interessanti: si era messo in moto un movimento studentesco di contestazione. La parola contestazione era nuova e si impose proprio in quei mesi. I professori, molti dei quali avevano fatto la Resistenza, venivano contestati in modo pacifico, in forma verbale dagli studenti. Questa novità contraddiceva La Cina è vicina dove si rappresentavano dei giovani rivoluzionari che erano un po’ dei pagliacci. A Torino, ricordo in particolare due leader: uno era Luigi Bobbio, l’altro Guido Viale, che erano amici di mio fratello. La contestazione si concluse con l’intervento della polizia a Palazzo Campana dove si fece solo resistenza passiva: uno per uno i poliziotti ci trascinarono fuori senza che avvenisse niente di particolarmente violento. Nella primavera del 1968, l’esperienza positiva di Torino mi convinse a coinvolgermi nel movimento studentesco romano, dove c’era tutta un’altra realtà.






Film
titoloregiadatanote
VincereMarco Bellocchio2009Italia/Francia, 35mm, 128', Colore




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