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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Persone



Emidio Greco

Taranto, 20 0ttobre 1938
Regista
Nato in Puglia, negli Anni Cinquanta segue la sua famiglia nel trasferimento a Torino dove completa gli studi e comincia ad appassionarsi al mondo dello spettacolo, preferendo, almeno inizialmente, il teatro al cinema. Cambia idea, votandosi definitivamente al secondo, dopo aver ascoltato alcune conferenze del critico cinematografico Mario Gromo. Nel 1964 viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia dove si diploma con il saggio Uno, due e tre; mentre è ancora studente, gira il suo primo servizio televisivo per la rubrica della Rai Cordialmente. Dopo il diploma rimane al Centro Sperimentale per altri due anni, insegnando regia e lavorando assiduamente con la televisione di Stato, per la quale continua a firmare la regia di una cinquantina di programmi culturali, documentari e inchieste televisive, fra i quali Da una guerra all'altra (sei ore sui rapporti tra economia e politica tra le due guerre (1976-77), Madame Bovary sono io, una biografia di G. Flaubert (1977) e L’Italia del boom, un programma in tre ore vincitore del Premio Saint Vincent  per la migliore inchiesta televisiva (1979); nel 1979-80 è ideatore e curatore di Uomini e idee del 900, una serie culturale in 14 puntate, di una delle quali, Nel labirinto di Borges, è anche il regista. Dopo aver fatto da assistente alla regia per Roberto Rossellini in Intervista a Salvador Allende – La forza e la ragione, debutta nel lungometraggio a soggetto con L'invenzione di Morel (1974), tratto dall'omonimo racconto di Adolfo Bioy Casares; segue, nel 1978, Niente da vedere, niente da nascondere (documentario ora sull’amico artista Alighiero Boetti. Il secondo lungometraggio, Ehrengard (1982) è tratto da un romanzo di Karen Blixen; il terzo, Un caso d’incoscienza, soggetto originale dell’autore, è presentato alla Mostra di Venezia del 1984 nella sezione Film per la TV, riceve ottime critiche e viene richiesto da diverse società di distribuzione. Lavora per la Televisione svizzera; nel 1991 gira Una storia semplice, dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, che, presentato in concorso alla Mostra di Venezia, riceve il Leone d’Oro per l’interpretazione di Gian Maria Volontè. Scelto per diversi festival, il film ottiene numerosi riconoscimenti. Torna al cinema, dopo anni di assenza, con Milonga (1999), poi firma il film collettivo Un altro mondo è possibile (2001) ideato e coordinato da Francesco Maselli, Il Consiglio d'Egitto (2002), anche questo tratto da un romanzo di Sciascia, e L'uomo privato (2007).





Io sono di formazione torinese e pugliese di nascita, questa lontananza da Roma e dal cosiddetto ambiente, significava scegliere di partire e tentare il concorso al Centro Sperimentale. Cosa che feci vincendolo nel giugno 1966, a giugno mi chiamarono ad insegnare alla Scuola. La mia generazione, o almeno quelli che avevano l’intenzione di fare un cinema autoriale, è riuscita a sopravvivere lavorando fuori dal cinema stesso, in televisione. Uno spazio allora ricco di spazi dedicati alla cultura, inchieste. Per Almanacco feci un ritratto di Von Stroheim, una Breve storia del cinema muto italiano. Io, Faccini, Di Carlo, Del Monte, tutti abbiamo fatto il primo film con gli enti pubblici, questo ha ulteriormente allontanato l’ingresso negli ambienti del cinema, perché nella metà degli anni Settanta la produzione in Italia entra in una crisi ancora oggi in corso. Si passò da una produzione di trecento film all’anno a molto meno della metà attuale. Una sorta di generazione perduta come la definì Kezich, non riuscendo mai ad entrare nell’alveo dei produttori e a sporcarsi le mani con il pubblico.






Film
titoloregiadatanote
L'uomo privatoEmidio Greco2007Italia, 35mm, 100', Colore




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