L’immagine che più ho negli occhi di Clara Calamai non è quella storica di La cena delle beffe né quela noir ante litteram di Ossessione. È invece di un film del quale lei non era nemmeno protagonista assoluta: Addio giovinezza! di Poggioli. In una scena entrava sensuale, affannata e furtiva, nella stanza d’affitto di un giovane studente nella Torino di inizio secolo. Era bellissima, in un costume bellissimo, con movenze bellissime. Ma soprattutto era l’apparizione di una Diva. Solo con lei si comincia a capire il significato di questa parola, proprietà privata di pochissime elette.
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