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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Al posto delle fragole
Italia/Svezia, 2010, Beta Digital, 52', Colore


Regista
Maite Vittoria Daneris

Soggetto
Maite Vittoria Daneris, Edoardo Fracchia

Sceneggiatura
Maite Vittoria Daneris, Edoardo Fracchia

Fotografia
Maite Vittoria Daneris

Musica originale
Giorgio Mirko

Suono
Marco Torrisi

Montaggio
Stefilm International, Hysteria Film

Produttore esecutivo
Viaindustriae

Direttore di produzione
Emanuele de Donno

Produzione
Viaindustriae, Stefilm International, Hysteria Film

Note
Organizzatore generale: Maite Vitoria Daneris.
 
Il documentario è stato realizzato con il sostegno di Coldiretti, Assessorato al Commercio della Città di Torino, Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte (Piemonte Doc Film Fund - Fondo regionale per il documentario).
 
Locations: Torino (mercato di Porta  Palazzo).




Sinossi
Lina lavora al mercato di Porta Palazzo e vende le fragole che coltiva nel suo orto. Grazie all’aiuto del marocchino Hassan che conosce poche parole di italiano, la donna ha trovato un erede a cui insegnare il proprio mestiere. Spesso i due non si capiscono, ma la stessa passione per il lavoro permette loro di comunicare.




Dichiarazioni
«Tre anni fa andai a Porta Palazzo, una notte d’inverno, verso le 2. Torino si preparava ad ospitare le Olimpiadi Invernali e a quell’ora nessuno girava per strada: c'era la nebbia e faceva molto freddo. Posizionai la mia telecamera sotto la tettoia dei contadini. Avevo bisogno di girare una scena notturna del mercato, e volevo che il piazzale fosse vuoto. Mi fermai un po’ a guardare e incominciai a riprendere. Ad un certo punto arrivò un furgone dal quale scese una “piccola persona” che cominciò a scaricare cassette di frutta e verdura. Era Lina, la protagonista di questo film. Quella notte la guardai e la ripresi da lontano. M'incuriosirono i suoi gesti, i suoi movimenti, i suoi modi... Un passo per volta montò tutto il banco. Verso le 6 di mattina decisi di avvicinarla con la telecamera in spalla e lei mi accolse con un grande sorriso. Le chiesi il nome e da lì cominciò tutto. Per un anno mi recai al mercato. Due, tre volte la settimana. All’inizio, però, Lina non voleva essere ripresa. Filmando notai comunque un suo modo molto particolare di rapportarsi alle verdure (parlava loro e le trattava con cura) e ai clienti. Intanto il mercato diventava un ambiente più familiare. Riconoscevo banchi, contadini e venditori, ma, cosa ben più importante, il rapporto con Lina cresceva. E a quel punto anche Gianni cominciò ad aprirsi. Ero incuriosita. Perché Lina arrivava così presto al mercato? E perchè lavorava così tanto? Volevo sapere e capire di più. Un giorno, Lina mi guardò e mi chiese: vuoi venire anche nel mio orto a fare le foto? Non me lo feci dire due volte e salii con lei sul furgone. Da quel momento la seguii ovunque. Per più di tre anni. Lei si abituò alla mia presenza e la mia telecamera cominciò ad essere invisibile. Oggi Lina è la mia “nonna” italiana. Se non l'avessi incontrata probabilmente sarei già andata via da Torino. Per me osservare Lina, i suoi gesti e la sua manualità, è come osservare un animale preistorico in via d'estinzione. In Lina c'è qualcosa di speciale e raro» (M.V. Daneris, www.fctp.it).




Scheda a cura di
Marco Mastino


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