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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Produzioni Tv



Nascita di una formazione partigiana
Italia, 1973, U-Matic, 60', B/N


Regista
Ermanno Olmi

Operatore
Elvidio Burattini

Suono
Gianni Nordini

Effetti speciali
Basilio Patrizi

Aiuto regia
Gianfranco Campigotto

Produzione
Rai Uno

Note
Organizzazione: Sandro Calosci, ricerche e documentazione: Giovanna Berogese: i testi letti sono  tratti da: Memorie partigiane di Nardo Dunchi, La guerra dei poveri di Nuto Revelli, Guerra partigiana di Dante Livio Bianco; interviste a: Enzo e Riccardo Cavaglion, Dino Giacosa, Ugo Rapisarda, Nuto Revelli, Leo Scamuzzi e altri.
 
Il documentario è firmato da Corrado Stajano e Ermanno Olmi, ma la regia è di Olmi.
È  l'ottava puntata di un programma televisivo dal titolo I tragici e gloriosi avvenimenti del 1943, trasmesso nell'estate del 1973 sul primo canale della Rai.
 
Locations: Cuneo, e altre località in provincia di Cuneo: Boves, Valdieri, Madonna del Colletto.




Sinossi
Il filmato si apre nello studio dell'Avvocato Duccio Galimberti a Cuneo dove Corrado Stajano introduce la ricostruzione di alcuni momenti degli inizi della Resistenza a Cuneo e dintorni. Queste ricostruzioni si accompagnano a interviste ad alcuni protagonisti dei fatti di allora. Dallo studio di Galimberti dove si organizzò il primo nucleo politico di partigiani, si passa a Madonna del Colletto, sopra Valdieri dove questi uomini si riunirono il 12 settembre. Si rievoca poi il dramma di Boves incendiata dai tedeschi per rappresaglia dopo aver trucidato 23 presone tra cui il parroco e il commissario prefettizio, bruciati vivi. Gli episodi ricostruiti e messi in scena si alternano alle testimonianze e alla lettura di brani di diari e memorie.




Dichiarazioni
«Bisogna dire che per fare questi programmi culturali, nonostante la grande considerazione che la Rai aveva in quegli anni, il budget era molto ridotto. Partivamo dunque, più sospinti da un sentimento di sincera convinzione, che non da una retribuzione adeguata. Per cui arrivammo, nel caso specifico, a Cuneo e a Boves, telefonavamo agli amici locali per trovare persone che potessero interpretare le parti dei soldati sbandati, i mezzi, i camion. Insomma tutti davano davvero una mano, e questo perché era ancora presente il sentimento di quella tragedia e tutti sentivano che dovevano in qualche modo collaborare, perché in quel modo partecipavano essi stessi alla costruzione della memoria storica della loro realtà. Non so se adesso. andando a Boves, può succedere la stessa cosa. Allora i ragazzi avevano ancora nell´orecchio i racconti dei padri, conoscevano quasi le persone che erano morte, conoscevano i sopravvissuti, vedevano ancora quasi intatti i luoghi in cui erano avvenute queste tragedie...» (E. Olmi, “I Quaderni de il Nuovo Spettatore” n. 16, 1994)





«[…] recuperando il ricordo storico della banda partigiana che si aggrega intorno a Duccio Galimberti, il regista Olmi ha organizzato una narrazione storica-rievocativa di indubbia efficacia. Utilizzando alternativamente testimonianze dirette dei superstiti, testimonianze scritte e lunghi brani di ricostruzione cinematografica, l’autore ha infatti ottenuto un racconto spesso altamente emotivo e talvolta assai utile per comprendere i processi di aggregazione spontanea e di crescita politica delle bande partigiane. Allo stesso modo, per fare un esempio specifico, assai efficace nella sua dolorosa sobrietà, è la ricostruzione della efferata strage di Boves» (D. Natoli, “l’Unità”, 21.9.1973).


Scheda a cura di
Marta Teodoro


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