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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Rosso/Askatasuna (A proposito di un Primo Maggio in guerra)
Italia, 1999, Betacam, 60', Colore


Regia
Armando Ceste

Soggetto
Armando Ceste, Beppe Rosso

Sceneggiatura
Armando Ceste, Beppe Rosso

Fotografia
Claudio Coloberti

Musica originale
Sunpower

Suono
Arno Wagner

Montaggio
Giorgio Mari

Interpreti
Beppe Rosso



Produzione
AC/Cinema&Video



Sinossi
«Torino, giugno 1999: un attore, Beppe Rosso, mette in scena uno spettacolo teatrale nel Centro Sociale Occupato Askatasuna per contribuire al ripristino degli strumenti indispensabili allo svolgimento delle attività culturali. Un mese prima: la “perquisizione” delle forze dell’ordine, durante la quale il Centro fu completamente distrutto, il 1° maggio 1999. Lo spettacolo diventa il pretesto per raccontare quella giornata di guerra sul fronte urbano, una città divisa dal conflitto nella ex Jugoslavia. Una giornata di assurda intolleranza, vittima di una totale disinformazione, ricostruita attraverso le testimonianze dei principali protagonisti di quel 1° maggio. Beppe Rosso, smessi i panni dell’attore, scende dal palcoscenico, chiede, ascolta, si sposta, cammina - come i personaggi del suo spettacolo Camminanti - e, come loro s’interrogano sull’intolleranza razziale, lui s’interroga sui perché di tanta violenza contro il Centro Sociale Askatasuna. Tante domande e risposte non solo per ricercare le dinamiche e i motivi che hanno generato questo primo maggio di guerra, ma per riflettere su quali basi potrà riprendere, a partire dai fatti avvenuti e dalle responsabilità oggettive, un dialogo e un confronto tra due parti di società divise, in modo drammatico e violento, tra loro» (www.torinofilmfest.com).




Dichiarazioni
«Il film è stato pensato e scritto con Beppe Rosso, attore teatrale, dopo i fatti del 1 maggio 1999. Mi ricordo che quel giorno non ero andato in piazza; ho dunque saputo degli incidenti e degli scontri dai giornali. Si capiva che fosse stata commessa una schifezza, ma non era chiaro cosa fosse accaduto. Passo spesso davanti all'Askatasuna; ultimamente mi ha colpito uno striscione enorme con la scritta "1-05-99 noi non scordiamo". All'interno dell'Askatasuna ci sono molti spazi, fra questi uno è occupato da un gruppo teatrale. Uno dei ragazzi del gruppo mi parlò di quello che era successo e della loro intenzione di preparare uno spettacolo teatrale per raccogliere soldi per la ricostruzione del centro. Ne parlai con Beppe Rosso, se aveva voglia di partecipare, e lui si dimostrò subito sensibile e pronto a fare uno spettacolo all'interno dell'Askatasuna. Abbiamo quindi organizzato a metà giugno questo spettacolo teatrale - Camminanti - dove si parla di intolleranza e di razzismo. Lo spettacolo andò bene, portandoci a contatto con una nuova realtà che, per ragioni sia storiche che anagrafiche, non conoscevamo. Prendendo a pretesto lo spettacolo, con Beppe, decidemmo di realizzare il film; non solo per raccontare la giornata del 1° maggio, ma anche per descrivere lo scontro tra due culture, dove il "diverso" (dall'immigrato allo squatter) viene come al solito criminalizzato, identificato col nemico. Beppe e io non siamo dei militanti dei centri sociali, però siamo rimasti indignati dalla ingiustizia di quel giorno, e ancor più da un paese che dicendosi governato dalla sinistra si reputa tollerante e aperto al dialogo. [...] Uno degli intervistati è Pasquale Cavaliere. Per me è questo un capitolo triste. Il giorno prima del suicidio di Pasquale, stavo montando proprio la sua intervista. Una testimonianza importante, credo che sia l'ultima intervista rilasciata. Non solo perché lui ha sempre combattuto l'intolleranza, pensando che in una città che aspira a diventare parte dell'Europa non si può radere al suolo cancellando quello che sono le diversità culturali; ma anche perché in quel giorno svolse un ruolo importante di mediazione, cercando di frenare la grande violenza della polizia nei confronti dei ragazzi che venivano massacrati di botte. Dopo il suicidio di Pasquale, non ho fatto modifiche, se non spostando la sua intervista alla chiusura del film. Credo che se qualcuno vuole idealmente dedicare qualcosa alla memoria di una persona, il modo migliore sia di non far cadere le sue battaglie. [...] Qui faccio una piccola annotazione. Nel titolo Rosso/Askatasuna, il rosso non sta, come si pensa o come i giornali hanno scritto, per comunismo, rivoluzione, sangue, ecc. Rosso è il cognome di Beppe Rosso. Chiaramente abbiamo giocato su questo: se si fosse chiamato Giuseppe Verdi, non l'avremmo scritto; comunque la cosa è divertente» (A. Ceste, www.isole.ecn.org/gabrio).






Persone / Istituzioni
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