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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Gli invisibili
Italia, 1988, 35mm, 99', Colore


Regia
Pasquale Squitieri

Soggetto
dal romanzo omonimo di Nanni Balestrini

Sceneggiatura
Pasquale Squitieri, Italo Moscati, Sergio Bianchi, Nanni Balestrini

Fotografia
Giuseppe Tinelli

Musica originale
Renato Serio

Montaggio
Mauro Bonanni

Effetti speciali
Franco Galiano

Scenografia
Franco Velchi

Costumi
Marina Campanale, Ornella Campanale

Interpreti
Alfredo Rotella (Sirio), Igor Zalewsky (Apache), Alessandro Zama, Paola Rinaldi, Lorenzo Piani, Daniela Igliozzi, Giulia Fossà, Patrick Cristaldi, Victor Cavallo, Cesare Apolito, Mirella Baiocco, Salvatore Billa, Adelio Chittò, Domenico Cicolecchia, Tommaso Cotronei



Produzione
Achille Manzotti per Vidi

Distribuzione
Artisti Associati International

Note
Visto censura 83896 del 27.8.1988; 2730 metri.
Operatore steadycam: Adriano Cardinale; altri interpreti: Ermanno De Biagi, Mauro Festa.




Sinossi
Sirio, un giovane metallurgico abbandona il lavoro e si associa ad un gruppo extraparlamentare che gestisce una radio e compie espropri. Finisce in carcere, dove incontra Apache, un amico terrorista. La dura condizione di recluso e una violenta rivolta, repressa altrettanto brutalmente, sconvolgono Sergio, accentuandone il rifiuto della società.





Pasquale Squitieri presenta questo film al concorso cinematografico di Venezia quattro anni dopo Claretta (dedicato alla Petacci, l’amante di Mussolini), che non aveva riscosso i favori della critica.
 
Gli invisibili è il primo film italiano a ripercorrere il destino dei protagonisti del movimento del ’77 e degli anni di piombo. «Strutturata intorno alla rivolta in un carcere speciale identica a quella avvenuta nel carcere di Trani nel dicembre 1980, percorsa da flashback che evocano il passato dei Movimento (radio libere, espropri proletari al supermercato, nuovo disordine amoroso), interpretata da non-attori e attori a suo tempo appartenuti al Movimento, la vicenda della frattura tra chi prese il fucile e chi no è condensata nella storia di due amici e della loro comune ragazza» (L. Tornabuoni, “Panorama”, 2.10.1988).
 
Nel lavoro tratto dall’omonimo romanzo di Nanni Balestrini, il regista napoletano tenta di coniugare spettacolo e riflessione politica. «Lo stile an­tidocumentaristico e naturalisticamente non metaforico conduce ad una narrazione “ogget­tivante” che rifiuta sia la lettura fenomenolo­gica di un clima e di una situazione sia ogni tentativo di comprensione e di riflessione. Così accade, come in un western, che i perso­naggi principali risultino degli eroi che lottano con coraggio, che non tradiscono, che affron­tano ogni difficoltà con atteggiamento virile e che i carcerieri, i giudici e i carabinieri vengano rappresentati come dei malvagi, infidi e violenti. È come se il regista non volesse o non sapesse optare fra le tesi e le esperienze di un ipotetico io narrante (Sirio) e le sue di osserva­tore che può tenere conto di un certo numero d'anni di decantazione culturale e ideologica» (G. Bozza, “Cineforum” n. 277, 1988).
 
Il romanzo da cui è tratto il soggetto del film è caratterizzato da una scrittura cronachistica e documentaria, elevata a livello epico. «Squitieri rende le scene di violenza collettiva con grande rapidità e confusione» (A. Moravia, “L’Espresso”, 25.9.1988). I passaggi più riusciti, in effetti, sono proprio la rivolta carceraria e l’esproprio; altri, meno felici, risentono anche di una recitazione non eccezionale. Solo il protagonista, Alfredo Rotella, offre una buona prova.


Scheda a cura di
Davide Larocca

Persone / Istituzioni
Pasquale Squitieri
Italo Moscati
Mauro Bonanni
Alfredo Rotella
Giulia Fossà


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