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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



La bestia in calore
Italia, 1977, 35mm, 86', Colore

Altri titoli: La bestia en calor, Djaevelen fra Gestapo, Evraiki sarka sta nyhia tou ktinous, Holocauste nazi (Armes secrètes du III Reich), Quand explose la dernière grenade, Horrifying Experiments of the Ss Last Days, Ss Experiment Part 2, Ss Hell Camp

Regia
Luigi Batzella

Soggetto
Luigi Batzella

Sceneggiatura
Luigi Batzella, Lorenzo Artale

Fotografia
Ugo Brunelli

Musica originale
Giuliano Sorgini

Montaggio
Luigi Batzella

Interpreti
Macha Magal (Ellen Kratsch), Gino Turini, alias John Braun (Drago), Edilio Kim, alias Kim Gatti (capitano nazista), Xiro Papas (Lupo), Salvatore Baccaro, alias Sal Boris (la bestia), Giuseppe Castellano (soldato), Brad Harris (don Lorenzo), Benito Pacifico (partigiano), Alfredo Rizzo (Moreno), Brigitte Skay (Irene)

Ispettore di produzione
Ciro Papa

Produzione
Xiro Papas per Eterna film

Note
Visto censura 70279 del 10.6.1977; 2180 metri.
Nei titoli Luigi Batzella figura come regista con lo pseudonimo di Ivan Kathansky e come montatore con quello di Paolo Solvay.
Girato in Eastmancolor. Vietato ai minori di 18 anni.
In una inquadratura è visibile l’ombra dell’operatore e della cinepresa.




Sinossi
Nella zona di Lombardore, nel Canavese, i partigiani affrontano i nazisti, tra le cui file si trova la sadica dottoressa Ellen Kratsch, che cerca di creare una razza di schiavi sessualmente iperdotati. Dopo sanguinosi scontri, i partigiani riescono a prevalere e la Kratsch finisce vittima di un mostro da lei stessa creato.





La bestia in calore rientra nel filone dei film cosiddetti porno-nazi - in cui aguzzini in divisa seviziano e torturano belle donne seminude – che ebbe un certo successo di pubblico negli anni Settanta.

L'estetica del brutto è portata fino agli estremi. Le scenografie sono spoglie ed elementari, i personaggi (soprattutto i partigiani) improbabili, le scene di guerriglia di livello discutibile (a parte le immagini di repertorio). Secondo la critica, il regista «non è riuscito mai a dare una seppur lontana parvenza di verosimiglianza a una storia a dir poco offensiva» (Vice, “Corriere Mercantile”, 17.8.1978).

«E' passato inosservato all'uscita ma è poi diventato oggetto di culto La bestia in calore, diret­to da Luigi Batzella nel 1977 con lo pseudonimo Ivan Katanski e girato come esterni nel cuneese. In particolare un fotogramma che riprende Salvatore Baccaro (caratterista noto per la sua bruttezza) è stato a lungo l'esempio limite delle rubriche sul cinema weird   [movimento all’incrocio tra i generi horror, fantasy e fantascientifico], dove kitsch e cattivo gusto raggiungono punte abissali o sublimi, a seconda dei punti di vista. Il film appartiene al filone dei cosiddetti pornonazi, imitazioni povere e furbette di un importante film di Liliana Cavani quale Il portiere di notte» (S. Della Casa, Miracolo a Torino, Editrice La Stampa, Torino, 2003).

«Il film è gemello, visto che ha le stesse scene di esterni di guerra con i partigiani in Piemonte, di un altro capolavoro di Luigi Batzella, Quando suona la campana (1970), firmato però con il suo pseudonimo più noto, cioè Paolo Solvay» (M. Giusti, Stracult. Dizionario dei film italiani, Frassinelli, Milano, 2004).

 

 

 

 

 

 



Scheda a cura di
Davide Larocca

Persone / Istituzioni
Luigi Batzella


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