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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Il campione
Italia, 1943, 35mm, 85', B/N


Regia
Carlo Borghesio

Soggetto
Enzo Fiermonte

Sceneggiatura
Tomaso Smith, Carlo Borghesio

Fotografia
Aldo Tonti

Operatore
Giovanni Pucci

Musica originale
Giuseppe Savagnone

Suono
Orazio Sacco

Montaggio
Carlo Borghesio, Gisa Radicchi Levi

Scenografia
Luigi Ricci

Arredamento
Mario Passera

Aiuto regia
Ottavio Alessi

Interpreti
Enzo Fiermonte (Massimo), Vera Bergman (Wanda Gregorovich), Erminio Spalla (Mario Martino), Fiorella Berti (Bianca), Michele Riccardini (Federico), Vera Ruberti, Vittorio Vaser, Alessandra Adari, Luigi A. Garrone, Mirella Scriatto, Bianca Martini, Michele Bonaglia, Merlo Preciso, Massimo Riccardi, Mario Bosisio

Ispettore di produzione
stripslashes(Felice Minotti)

Produzione
I.C.I., Leo Film

Distribuzione
I.C.I.

Note
Nulla Osta n. 31.849 del 9.3.1943; 2.322 metri.
Compaiono nel film i pugili Beniamino Serpi, Erminio Spalla, Michele Bonaglia, Cecchini e Zaetta.




Sinossi
Un allenatore, ex-pugile, vede in un giovane inesperto la stoffa del campione e lo convince ad allenarsi seriamente; in breve tempo lo trasforma in un fuoriclasse della boxe. Alle vittorie si susseguono altre vittorie: il ragazzo si monta la testa, prende una sbandata per una donna ricca e frivola, mettendo a rischio la sua carriera. Tutto finirà per il meglio, però: l’amore sincero della figlia dell’allenatore vincerà, portando i due al matrimonio.





«Il campione, protagonista Fiermonte, non può non essere di pugilato. E diventerà campione negli ultimi dieci minuti del film dopo un incontro assai movimentato. E prima, chi c’era stato attorno a lui? Ma due donne. Una, la solita mondana, elegantona, eccetera: l’altra, la buona candida piccina, che sconfiggerà all’ultima ripresa la rivale. I tradizionali elementi di vicende del genere sono stati diretti dal Borghesio correttamente; con il Fiermonte appaiono la Bergman, la Betti, la Ruberti, il Crosetto; e una piccola squadra di pugili e di ex pugili: da Erminio Spalla a Michele Bonaglia, a Merlo Preciso» (Mario Gromo, “La Stampa”, 26.2.1942).
 
«Realizzato con pulizia, con accortezza e con garbato brio, anche un film come Il campione ha la sua ragione d’essere. [...] Enzo Fiermonte, oltre ad essere il protagonista [...] ne è anche il soggettista. [...] La pellicola fila bene, in un amabile venticello di simpatia. E se la storiella dell’allenatore  che prende a proteggere un giovanotto il quale finisce per diventare un campione e per sposare, dopo essersi liberato di una fatua donnina, la brava figliola del suo protettore, non è molto nuova, essa è ben narrata. È questo che conta» (D. Calcagno, “Film”, 5.6.1943).
 
«Questo film di Borghesio è molto modesto; e se ha un merito, esso è proprio quello di nascondere tanta modestia di contenuto e d’ispirazione sotto falsi orpelli. Gli ambienti son semplici e sempliciotti gli interpreti, cui rimproveriamo soltanto di far troppe chiacchiere; chi ha la fortuna di possedere cazzotti così eloquenti, dovrebbe far  risparmio di fiato» (G. Almirante, “Il Tevere”, 30.5.1943).
 
«È difficile che capiti di vedere un film più ingenuo di questo: dal soggetto ai dialoghi, dalla psicologia dei personaggi, che sembra uscire dal Giornalino dl fanciullo, alla recitazione degli attori. Sembra fatto, tutto, per scherzo fra ragazzi. E Fiermonte, Spalla, Vera Bergman, Riccardini, sono le vittime di questa paradossale combinazione. Persino Fiorella Betti, che ricordavo in espressioni di bambina selvaggia ed ambigua, è stata spogliata, qui, delle sue caratteristiche fisiche più mordenti e ridotta al solito schema. Si avverte, infatti, il fastidio ch’essa sente in panni non suoi; lei che è un  personaggio da Calunnia, (ricordate questo incantevole film diretto da William Wyler apparso sui nostri schermi qualche anno fa?) o da Ciclone nella Giamaica, romanzo di Richard Hughes sul tema della prima adolescenza! E bisognerebbe averla vista recitare al C.S.C., dove la ragazza ha frequentato i corsi per qualche tempo, per credere a queste mie parole. Pochissime attrici italiane hanno lasciato su di me una impressione tanto profonda come Fiorella Betti per le sue possibilità e qualità. Qualche scatto, qualche occhiata, qualche gesto di quelli ch’io ricordavo di lei viene pur fuori, di tanto in tanto, in questo Campione, ma è poca cosa che non può giustificare, certo, a chi non la conosce, questo mio entusiasmo. Ma, dunque, registi intelligenti e produttori sensibili, non lasciatevi sfuggire ancora una volta l’occasione di far bene!» (G. De Santis, “Cinema”, n. 167, 10.6.1943).
 
«Nel 1943 la guerra era al suo culmine, an­che se nell'Italia del Nord fino all'autun­no non si combatteva ancora. Le crona­che mondane di quegli anni danno anco­ra molto spazio al cinema e in particolare ai film nei quali sono interpreti nomi noti. II pugilato, in particolare, suscitava da sempre grande curiosi­tà ed emozione anche perché da poco tempo si era svolta in America la triste epopea di Primo Carnera, il “gigante di Sequals” che divenne campione del mondo ma che in seguito conobbe un declino amaro e umiliante. Molti film, a partire dal più famoso (Harlem di Carmine Gallone) ripresero l'epopea pugilistica e tra questi un  film girato a Torino nell'inverno tra il 1942 e il ! 1943, Il campione, diretto da Carlo Borghesio (che sarà noto soprattutto come il regista di Ma­cario). A interpretare il film è Enzo Fiermonte, giovane promessa della boxe che poi abbandone­rà la “nobile arte” per occuparsi solo di cinema proprio come avvenuto per Erminio Spalla (che interpreta il suo allenatore, ex pugile): entram­bi, in ruoli minori, saranno attivi fino agli anni Settanta. La fotografia è di Aldo Tonti, destina­to a diventare famoso nel mondo anche se in questo caso la sua bravura è ancora da dimo­strare. Un recensore dell'epoca dice infatti che “gli ambienti sono semplici e i personaggi sem­pliciotti” e con questo gioco di parole denuncia i limiti del film che fu interamente realizzato ne­gli stabilimenti della Fert e che non lasciò alcu­na traccia nelle future storie del cinema» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 6.11.2009).


Scheda a cura di
Valeria Borello

Persone / Istituzioni
Carlo Borghesio
Enzo Fiermonte
Aldo Tonti
Felice Minotti
Vittorio Vaser
Luigi Ricci


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