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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Notturno N. 2
Italia, 1935, 16mm, 3', B/N


Regia
Fernando Cerchio

Scenografia
Ettore Thovez



Produzione
Cineguf Torino

Note
90 metri.
Si tratta di un disegno animato muto, realizzato su acetato.
Realizzazione tecnica: Francesco Cerchio.
Primo Premio al Concorso Nazionale di Genova del 1935 e Secondo Premio alla Mostra di Venezia dello stesso anno




Sinossi
«È il primo tentativo di creare un cartone animato a passo ridotto che si stacchi nettamente dalla tavoletta di La Fontaine o di Grimm. È sera. A poco a poco cade la notte: le cose prendono un aspetto strano nella penombra lunare, nel cielo ridono le stelle, che hanno assunto la forma fantastica del mito. Mentre i gatti miagolano alla luna sui tetti, sui muri i disegni dei bimbi si muovono come cosa viva; pupazzetti danzanti il girotondo, feroci spadaccini in singolar tenzone, cavalieri su cavalli al galoppo. Intanto sul mondo addormentato aleggia un fantasma, misterioso e diafano come ogni ombra notturna: due lugubri gufi lanciano nel buio il loro rauco grido. Ma la notte è al termine: il gallo canta; si dilegua il fantasma nascondendosi in un camino e le cose, per breve tempo trasfiguratesi, tornano cose inanimate; la luce del giorno trova immutato il vecchio mondo» (“Il Lambello”, maggio 1938).




Dichiarazioni
«Mio scopo è di mostrare come è possibile realizzare un intero film a disegni animati non disponendo che delle normali risorse di ogni cinematore. […] Stabilita la inderogabile necessità di ottenere ogni scena con un unico disegno di fondo e le parti in movimento disegnate su fogli trasparenti sovrapposti, è sorto il duplice problema di trovare un supporto trasparente economico adatto allo scopo (su cui fosse facile disegnare e colorire) e di stabilire un riferimento tra i trasparenti disegnati in modo che le figure in movimento non subissero dannose oscillazioni rispetto al fondo nel passare da un trasparente all’altro. Per supporto si è scelta la carta da lucido (simile a un sottile vetro smerigliato) la quale, se non è trasparente come la celluloide usata dai professionisti, ha il vantaggio del basso costo e della massima facilità di disegno e coloritura. […] Effetti assai interessanti si ottengono con paesaggi scorrenti su vari piani a velocità diversa, che producono un ottimo effetto di rilievo, non comune nei disegni animati. Notturno, ad esempio s’inizia con una lunga panoramica scorrente su tre piani: il fondo (paesaggio lontano) si sposta di 1,5 mm ogni fotogramma; il piano medio (case e alberi) di 3 mm; il primo piano (alberi e cespugli) di 6 mm. […] Notturno n.2 (16 mm, circa 90 m.), oltre al lavoro personale di mio fratello Fernando, ideatore del soggetto ed esecutore dei disegni base, ha richiesto 20 giorni consecutivi di lavoro di sette persone, delle quali due disegnavano a matita i trasparenti e i fondi, quattro rifinivano i disegni, mentre il sottoscritto provvedeva alla ripresa mano a mano che i disegni erano pronti» (Francesco Cerchio, “Cinema”,  25.9.1936).





«Il film inizia con una lunga panoramica di un paesaggio fantastico. Dalla luce del giorno si passa alla notte stellata. Hanno così inizio una serie di visioni di vita notturna: uccellacci appollaiati sui rami, gatti miagolanti e rincorrentesi, vaganti fantasmi, mentre si animano anche i disegni che i bambini hanno tracciato sui muri col gesso e il carbone. Gradualmente si passa al crepuscolo e alla piena luce del sole: il gallo canta, spariscono i fantasmi e il film finisce con un bufalo che corre sfrenato e leggero nella luce del sole. Questo brevissimo disegno animato sembra un vero e proprio esercizio di stile, le figure geometriche rappresentanti la vita notturna si susseguono in animazioni sempre diverse, gatti stilizzati diventano figure astratte per poi tornare gatti, un fantasma trasparente cammina sui tetti e si sbizzarrisce in danze cadenzate, le costellazioni sono tracciate da una linea che le rende sotto il loro aspetto mitologico. Alcuni passaggi di scena sono segnati da una tendina, i paesaggi dal giorno e la notte e viceversa sono resi con bellissime dissolvenze incrociate. Molto interessante, inoltre, l’uso di tre sfondi sovrapposti che rendono una particolare profondità di campo. Il disegno è in bianco e nero, ma l’uso di una vasta paletta di grigi diversi contribuisce a dare corpo ai paesaggi e ai soggetti illuminati dalla poetica e riuscitissima luce lunare» (N. Heys Cerchio, Fernando Cerchio 1933-1945, Tesi di Laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Torino, 2004).


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Fernando Cerchio


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