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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cinema muto



La paura degli aeromobili nemici
Italia, 1915, 35mm, B/N

Altri titoli: Toribio tiene miedo a los aeroplanos (Portogallo); Gribouille a peur des zeppelins (Francia); Müller in Todesängsten (Austria); The Fear of Zeppelins (Gran Bretagna)

Regia
André Deed

Fotografia
Segundo de Chomón [?]

Interpreti
André Deed (Cretinetti), Léonie Laporte (Dulcinea), Felice Minotti (l'autista, fidanzato della portinaia), Domenico Gambino



Produzione
Itala Film

Note

321 metri

Nulla Osta n. 10.736 del 27.11.1915

Film restaurato nel 2005 dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e dalla Cineteca del Comune di Bologna.





Sinossi
Cretinetti e Dulcinea novelli sposi, si apprestano a festeggiare con i numerosi invitati il loro matrimonio. Ma sulla strada verso casa, si imbattono in una piccola folla in sosta di fronte a un manifesto. Incuriositi, leggono il cartello, che riporta le norme di sicurezza da seguire in caso di bombardamento aereo. Spaventato, Cretinetti stacca il manifesto dal muro e fugge seguito dalla moglie e dagli invitati. Precipitatisi in casa, mentre tutti si preparano a un lauto pranzo, Cretinetti ordina al telefono dei sacchi di sabbia e prepara una serie di bacinelle piene d’acqua da spargere nell’appartamento, apprestandosi ad eseguire le indicazioni riportate dal cartello: ne conseguono una serie di incidenti ed equivoci che impediscono ai nostri di consumare il pranzo, nonché la prima notte di nozze, con la casa devastata da un allagamento e da un incendio. Cretinetti viene trascinato a forza da due gendarmi e obbligato ad arruolarsi nell’artiglieria contro gli aeromobili nemici.




«Il film rappresenta efficacemente le catastrofi provocate dal panico di cui è vittima Cretinetti. La macchina da presa è a volte animata da leggere panoramiche e il film presenta numerosi piani ravvicinati e qualche primo piano del protagonista. Segno dell’evolversi dello stile, il racconto è più sorvegliato e contiene pochissimi sguardi in macchina, che invece infioravano i film del periodo precedente nei quali Cretinetti prendeva sistematicamente lo spettatore a testimone delle sue stravaganze, delle sue disgrazie e delle sue sciocchezze» (J. A. Gili, André Deed, Cineteca di Bologna/Le Mani, Bologna/Recco, 2005).

«[…] l’omaggio di Cretinetti all’impegno italiano in guerra confonde la risata con il grido di terrore. [Ne] La paura degli aeromobili nemici (1915) [assistiamo al] sistematico abbattimento di specchi, stanze da letto e soprammobili; ma perché distruggere per paura? Il corteo nuziale che apre il film è subito turbato dall’imminenza del bombardamento, la sposa teme che la propria felicità salti in aria sotto l’urto degli Zeppelin. Uno sguardo a un avviso murale, e la gioia di Cretinetti e dei convitati trascolora nell’angoscia: i velivoli della parte avversa potrebbero ridurre la città in macerie, bisogna correre ai ripari. Sacchi di sabbia in tutte le stanze, bacili d’acqua per fronteggiare i possibili incendi, l’orecchio sempre teso a cogliere il lamento delle sirene d’allarme. La casa del signor Deed sarà ugualmente distrutta, ma senza l’intervento dell’aviazione. Cretinetti è condotto a viva forza a compiere il proprio dovere di militare. Dietro di sé lo sposo lascia moglie e commensali sommersi dalle macerie, alla disperata ricerca di un aiuto che non verrà. Nel finale, quando i gendarmi rinchiudono André Chapais in un barile, si nota sullo sfondo una figura fradicia d’acqua, lacera, che implora pietà. Nessuno accorrerà a salvarla. Così finiscono gli amici di Cretinetti; così, nella realtà, naufraga il cinema italiano: per paura. Paura di aggiornare modelli realizzativi da tempo superati, paura della competizione fra le grandi compagnie, paura che le piccole disturbino la formazione di un oligopolio; paura infine, di chi non pretende che la routine sia produzione d’arte» (P. Cherchi Usai, Giovanni Pastrone, La Nuova Italia, Firenze, 1985).



Scheda a cura di
Marco Grifo

Persone / Istituzioni
André Deed
Léonie Laporte
Felice Minotti
Domenico Gambino


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