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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Produzioni Tv



Cuore
Italia, 2001, 540', Colore


Regia
Maurizio Zaccaro

Soggetto
Massimo De Rita, Mario Falcone, dal libro omonimo di Edmondo De Amicis

Sceneggiatura
Massimo De Rita, Mario Falcone, Sara Polidoro, Ottavio Iemma

Fotografia
Alessandro Pesci

Musica originale
Franco Piersanti

Suono
Vito Martinelli

Montaggio
Lili Lombardi

Effetti speciali
Gian Luca Rizzo

Scenografia
Paola Comencini

Arredamento
Maurizio Leonardi

Costumi
Claudio Cordaro

Trucco
Giusi Bovino

Aiuto regia
Roberto Tatti

Interpreti
Giulio Scarpati (Giulio Perboni), Anna Valle (Margherita Capuano), Leo Gullotta (il direttore della Scuola Elementare Moncenisio), Antonella Ponziani (Emma Perboni), Pierfrancesco Favino (un bersagliere), Luca Bardella (Franti), Davide Brivio (Garrone), Ivan Ieri (Derossi), Antonio Faruzzi (Precossi), Luca de Giosa (Bottini), Stefano Pronesti (il muratorino), Marcello Zuccaro (Nelli), Christian Napoleone (Nobis), Daniela Giordano, Valeria D’Obici

Casting
Chiara Meloni, Lorella Chiapatti

Direttore di produzione
Fulvio Rossi

Produzione
Anna Stoppoloni per Mediatrade, Angelo Rizzoli per Rizzoli Audiovisivi

Note
Miniserie televisiva in 6 puntate di 90' ognuna trasmessa da Canale 5 in prime time la Domenica dall'11 novembre al 2 dicembre, e lunedì 12 novembre e 3 dicembre 2001 (media d'ascolto: 7.705.000; share (range): 25,83% - 30,19%).

Collaborazione alla sceneggiatura: Maurizio Zaccaro; story editor: Giorgio Fabbri; video assistant: Francesco Perri; canzone della sigla di chiusura: Se la gente usasse il cuore cantata da Andrea Bocelli; suono: Stereo Dolby Digital; assistenti al montaggio: Alessandro Bonomo, Ilaria Crociati; assistente alla regia: Cristina Bocchialini; altri interpreti: Alessio Santini, Simone Cipriani, Federico Previati, Francesco Lucarelli, Francesco Bono, Ginevra Cassetti, Anna Goel, Marina Suma, Gisella Burinato, Laura Curino, Roberto Accornero, Giuseppe Battiston, Franco Pennasilico, Augusto Zucchi, Antonio Catania, Renzo Lori, Antronio Petrocelli, Stefano Davanzati; coordinatore stuntmen: Massimiliano Ubaldi; stunt: Ivan Crasci;  unit manager: Stefano Benappi; location manager: Ladis Zanini; assistente alla produzione: Elisabetta Burrasca; segretaria di produzione: Maria Cereda; organizzazione generale: Antonio De Simone Golluscio; produttore Mediatrade: Anna Stoppoloni.

Realizzata con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
 
Le riprese, durate 28 settimane, hanno avuto luogo a Torino, Roma, Trieste e in Argentina, in 140 diverse ambientazioni.




Sinossi
Torino, 1896. II maestro Giulio Perboni insegna nella scuola elementare Mon­cenisio, frequentata da bambini di tutte le classi sociali. L'uomo vive il suo lavoro come una missione, profondamente convinto della funzione democratica dell'istruzione pub­blica, ma non gli è facile far valere i suoi principi: il direttore della scuola, un severo reazionario, non vede di buon occhio i metodi "moderni" di Perboni, che cerca di incul­care lo spirito di gruppo nei bambini. Rimasto vedovo di una moglie malata di mente, Perboni sì ricostruisce una vita accanto a Mar­gherita, una sua giovane collega, non prima di aver passato l'anno scolastico cer­cando di risolvere i molti problemi - didattici e personali - dei suoi allievi. Nelle sue lezioni, utilizza anche la lettura di racconti edificanti ed emblematici: Il tamburino sardo, Il piccolo scrivano fiorentino, Il piccolo patriota padovano, L'infermiere di Tata, Dagli Appennini alle Ande e La piccola vedetta lombarda.




Dichiarazioni
«Nelle nostre classi ci sono i magrebini o i senegalesi, una volta erano il calabrese Salvatore e il siciliano Precossi a esser descritti come "africani", cioè diversi. Per non dire dello scontro fra povertà e ricchezza, una memoria storica da riscoprire, specie nella società omologata di oggi, in cui spesso a far la differenza è la griffe sullo zainetto. Ecco perché il recupero di Cuore, che ha caratterizzato l’infanzia di intere generazioni e arriva dopo il film del 1947 di Coletti e la versione televisiva di Comencini con Dorelli e la De Sio, merita questo sforzo produttivo e l’impegno di tante persone […]. Porta in sé il seme della nostra identità nazionale, è il ritratto neanche troppo retorico di come eravamo. Che poi... provate a seguire un quiz in Tv: dove crollano tutti? Alla domanda su Cavour, Mazzini, il Risorgimento. Scopo del film è far sì che quei sentimenti e quelle memorie non si disperdano nel nulla. […] Come tutti i testi imposti a scuola, anche Cuore era finito, ahimè, nel lungo elenco degli antipatici. In compagnia, fra gli altri, della Commedia umana di Saroyan, detestata da bambino e riscoperta, con infinito piacere, anni dopo. Ma del romanzo di De Amicis una cosa mi affascinava comunque: quelle magnifiche illustrazioni capaci di ricreare mondi lontani e figure emozionanti (il tamburino sardo, la piccola vedetta lombarda, le battaglie...)» (M. Zaccaro, “Famiglia Cristiana” n. 51, 24-31 dicembre 2000).
 
«Ero da tempo alla ricerca di un personaggio che mi colpisse nel profondo, e chi meglio del maestro Perboni, legato a un testo mitico come Cuore, ai sapori e alle emozioni dell’infanzia, e insieme profondamente attuale? […] Lo sfoglio, come allora, e mi convinco di aver fatto la scelta giusta, fra le tante proposte ricevute dopo il successo del Medico in famiglia; una scelta nata dalla voglia di raccontare vicende umane e sentimenti che non sono affatto sorpassati, visto che fra quel momento storico e l’attuale trovo molti punti di contatto (concetti come integrazione, solidarietà, unità, non sono forse alla ribalta della cronaca?). E poi, confesso, mi piaceva tornare ai ritmi lenti di un secolo fa, scanditi dalle ruote delle carrozze e dal gioco di sguardi tra due persone innamorate» (G. Scarpati, Ibidem).
 
«Di fronte a un’opera frammentaria, che non ha la struttura di un romanzo, contava la fedeltà allo spirito più che al dettaglio. E lo spirito del libro è la possibilità di trovare l’eroismo, di far emergere i sentimenti profondi. Sulla vita del maestro Perboni, De Amicis ha scritto solo tre righe perciò abbiamo inventato la storia d’amore con la moglie pazza: un modo per approfondire i personaggi. E in ogni puntata si approfondirà la storia dei singoli ragazzi» (M. De Rita, www.news.cinecitta.com/fiction). 





«Cuore, uno dei testi cardine della letteratura infantile e del­l'identità culturale italiana, ispira un nuovo adattamento televsi­vo, dopo la prima versione Rai diretta da Comencini nel 1984. La miniserie ha potuto contare su un budget da fiction-evento e su di una campagna promozionale, televisiva e non, di straordinarie proporzioni. Il legame con la realtà contemporanea, sociale e tele­visiva, è la prima caratteristica evidente di questo Cuore, che risulta un'operazione consapevolmente tarata sui gusti e le aspettative del pubblico televisivo di oggi. […] La miniserie adatta il testo di De Amicis apportandovi modi­fiche decisive sia nella struttura sia nei contenuti: quello che nasceva come il diario di un alunno sulla vita scolastica nella Tori­no di fine Ottocento, diventa qui la storia di un maestro idealista dalla complicata vita privata. Nello scenario di una società per lo più povera e senza sbocchi, acquista infatti centralità l'impegno continuo di Perboni a insegnare ai suoi alunni valori quali l'im­portanza dell'istruzione e la solidarietà interclassista. Questa pro­spettiva finisce per lasciare in secondo piano i bambini; le loro stesse vicende, anche familiari, sono funzionali alla presenza in scena del loro maestro. Violenze domestiche, scarsa comunicazio­ne tra padri e figli, assenza o incapacità delle figure parentali: i problemi degli allievi vengono sempre risolti dall'intervento del maestro, autentico tutore-assistente sociale-padre vicario per ognuno dei suoi ragazzi. II maestro Perboni è insomma simile ai tanti eroi assistenziali delle fiction televisive italiane degli ultimi anni, non ultimo il medico di famiglia interpretato dallo stesso Giulio Scarpati. […] Il formato di Cuore presenta caratteristiche a sua volta ibri­de, sospese tra passato e presente: se una miniserie in sei parti è ormai una rarità, la presenza in ogni puntata di una storia che si autoconclude - relativa a uno degli alunni - la accomuna a una serie. Resta comunque l'abituale linea narrativa orizzontale, la love story tra i due maestri, destinata a concludersi con un canoni­co matrimonio. La ricostruzione di una Torino invernale, percorsa da per­sonaggi infreddoliti e da bambini gracili e malaticci, è decisamen­te riuscita; mentre gli interni miseri e affumicati, o lussuosi e scin­tillanti alla luce dei lumi a gas, evocano un passato remoto e idea­lizzato anche nei suoi tanti disagi. Gli ascolti di Cuore sono sempre stati alti, battendo regolar­mente la concorrenza della fiction domenicale di RaiUno; la share ha però subito un calo pressoché costante, una volta affievo­litosi l'effetto-attesa creato dalla massiccia campagna pubblicitaria che aveva preceduto la miniserie» (F. Vassallo, in M. Buonanno, a cura, Storie e memorie. La fiction italiana. L’Italia nella fiction. Anno quattordicesimo, Eri, Roma, 2003).

«I bambini di ieri, depositari del Cuore della tradizione (gli unici rimasti: per quelli di oggi non è un libro, tutt’al più l’olio dello spot che fa saltare gli steccati), avranno capito: la fiction Mediatrade in sei puntate è "liberamente ispirata" al romanzo e prevede l’innesto di linee narrative inedite e personaggi nuovi – come la passionale e contrastata storia d’amore fra Giulio e Margherita e l’altra, più delicata e poetica, fra il "pessimo" Franti e Olga, figura creata ex novo dagli sceneggiatori – che attraversano gli episodi con l’intento di "svecchiare" un testo altrimenti datato» (L. Sandrone, “Famiglia Cristiana” n. 51, 24-31 dicembre 2000).





Persone / Istituzioni
Maurizio Zaccaro
Massimo De Rita
Mario Falcone
Alessandro Pesci
Franco Piersanti
Lorella Chiapatti
Giulio Scarpati
Anna Valle
Leo Gullotta
Antonella Ponziani
Pierfrancesco Favino


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