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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Il tramite
Italia, 2004, 35mm, 104', Colore

Altri titoli: Verso Nord; Without Conscience

Regia
Stefano Reali

Soggetto
Stefano Reali

Sceneggiatura
Stefano Reali, Laura Ippoliti

Fotografia
Stefano Coletta

Montaggio
Paolo Benassi

Effetti speciali
Paolo Verrucci, Sergio Cremasco, Andrea Baracca, Giovanni Corridori

Scenografia
Giada Calabria

Costumi
Nicoletta Donin

Aiuto regia
Enrico Mastracchi Manes

Interpreti
Maurizio Mattioli (Mauro), Valerio Foglia Manzillo (Rollo), Mohamed Ismail Bayed (Eddy), Ana Papadopulu (Elena), Bramati Vanni (Gino), Manrico Gammarota (Porlezza), Claudio Bigagli (Lerry), Gaetano Amato (camionista)



Produzione
Paola Ermini per Làntia Cinema & Audiovisivi, RAI Cinema, Gianlo's Film Tv

Distribuzione
Istituto Luce

Note
Suono Dolby Digital; mixer suono: Andrea Lancia; assistente alla regia: Hubert Grieco; altri interpreti: Alexander Cvetkovic (Ivica), Dante Marmone (Pasquale), Rita del Piano (madre di Rollo), Mimmo Mancini (Ian), Michel Rocher (dottore), Manuela Metri, Antonio Pennarella, Stefan Bendula; stunt: Mario Novelli; location manager: Emanuela Carozi.
 
Film realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Film Commission Torino Piemonte.
 
Locations: Omegna (VB), Cameriano di Casalino, Lago d’Orta (NO).
 
Premio Speciale per la Miglior Sceneggiatura assegnato da Cinecittà Holding in occasione de “L'altrocinema Film Festival”, Festival Internaionale della Cinematografia Sociale di San Salvo (Chieti).




Sinossi
Mauro è un infermiere cinquantenne romano, uno di quelli che pur di condurre un'esistenza “normale” è costretto ad arrangiarsi pur di “arrotondare”. Non ha famiglia, il suo unico e vero amore è la sua Stationwagon, nuova fiammante, che è riuscito a comprarsi con i risparmi di una vita. Per fare un favore al suo primario ospedaliero, Mauro accetta di accompagnare un bambino, entrato clandestinamente in Italia, dalla Puglia fino a Chiasso, dove sarà probabilmente preso in adozione da una famiglia svizzera. Ma Mauro si rende conto ben presto che c'è qualcosa di strano. Tanto per cominciare, a fare il viaggio con loro c'è anche Rollo, un energumeno con qualche problema di ritardo mentale, che non perde un'occasione per attaccare briga con chiunque. E poi, stranamente, anche il primario che gli ha chiesto il favore risulta introvabile al telefono. Il viaggio va avanti all'interno di un’Italia sconosciuta, popolata di extracomunitari, clandestini, malviventi che cercano, ognuno a modo suo, di arrangiarsi. Mauro si rende conto che forse la destinazione del bambino non è quella che lui credeva. Ma ormai ha saltato il fosso dell'illegalità, si è compromesso, ed è difficile per lui tornare indietro.




Dichiarazioni
«L'idea di questo film nacque nel 1990, quando facevo ricerche per un documentario sulla criminalità giovanile pugliese. […] A differenza della mafia siciliana, uno dei business che i mafiosi pugliesi non disdegnano di controllare, d'accordo con i loro colleghi dei paesi d'origine, è il traffico di bambini, in tutti i suoi aspetti, anche quelli più raccapriccianti. Il bubbone del traffico dei minori è ancora lontano dall'essere non dico estirpato, ma anche in qualche modo conosciuto nelle sue reali dimensioni, e, vorrei dire, in tutta la sua abiezione. Quello che mi sconvolse, ai tempi delle mie ricerche, fu l'assoluta naturalezza con cui alcune persone intervistate parlavano di quello che facevano, o di quello che avevano visto fare ad altri. O anche solo sentito dire, da altri. Questa naturalezza, questa italica noncuranza, mi sembrò allora, e continua a sembrarmi, qualcosa su cui riflettere. Ho pensato che il modo migliore per comunicarla, per farla conoscere in tutta la sua “normale” efferatezza, fosse quello di rappresentarne proprio la “normalità” con cui viene perpetrata, ogni giorno, all'oscuro di tanti. Di troppi. "Ci sono degli inquietanti coni d'ombra" ebbe a dire la dottoressa Pomodoro, allora magistrato del Tribunale dei Minori di Milano, parlando del traffico di minori. Sono passati dieci anni, e non passa giorno o quasi senza che qualche notizia di cronaca, da quelle appena accennate ai "casi nazionali" sui cui immancabilmente si alza un grido di sdegno mediatico, ci ricordi quanto sia urgente, o quanto meno presente in Italia il problema della violenza sui minori. Io credo che ci siano ancora, quegli "inquietanti coni d'ombra". E credo che ci sia bisogno di buttarci un po' di luce sopra. Mi auguro che questo film possa dare il suo contributo, anche se fosse solo per smuovere un macigno sotto il quale giace uno dei verminai più orribili, e meno conosciuti, del nostro paese» (S. Reali, www.stefanoreali.it).






Persone / Istituzioni
Stefano Reali
Stefano Coletta
Maurizio Mattioli
Claudio Bigagli


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