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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



La fortuna viene dal cielo
Italia, 1942, 35mm, 85', B/N


Regia
Akos Ratoni (Rathonyi)

Soggetto
Akos Ratoni (Rathonyi)

Sceneggiatura
Sergio Pugliese

Fotografia
Renato Del Frate

Musica originale
Gino Filippini

Suono
Carlo Passerini

Montaggio
Otello Colangeli

Scenografia
Luigi Piccinato

Arredamento
G. D'Antonio

Aiuto regia
S. Banti

Interpreti
Vera Carmi (Anna Illes), Roberto Villa (Andrea), Sandro Ruffini (avv. Giovanni Pap), Anna Magnani (Zizì), Franco Coop (Giovanni Illes), Romolo Costa (Demetrio), Giulio Battiferri (il commissario), Claudio Ermelli (il signor Maria), Fausto Tommei (l'usciere), Nicola Maldacea (Varna, segretario di Pap), Amedeo Trilli (aiutante del commissario), Daniella Drei (Adele)

Direttore di produzione
Franco Vaghi

Ispettore di produzione
Fortunato Misiano

Produzione
Artisti Associati, SACCI

Distribuzione
Artisti Associati

Note

Nulla Osta n. 31.602 del 2.4.1942; 1.923 metri.
Sceneggiatore non accreditato: Alessandro De Stefani; costruzioni: Luigi Rovere; doppiatori: Rosetta Calvetta (Vera Carmi), Cesare Polacco (Giulio Battiferri); organizzatore generale: Franco Vaghi; prima proiezione pubblica: 26.3.1942.

Le riprese in interni sono state realizzate negli studi FERT di Torino.

 

 





Sinossi
In una sala cinematografica la graziosa fidanzata di un non più giovane avvocato viene derubata di un gioiello che questi le ha regalato. Il ladro fugge in un bar e, credendosi scoperto, abbandona il gioiello su un tavolino; lì vicino, una cantante di scarso successo, ormai senza più una lira, sta invocando il cielo perchè qualcuno la aiuti a risollevarsi dalla sua disperata situazione economica. Vedendo il prezioso questa ringrazia, stupefatta, l’intervento divino. Le vicende di questi personaggi si intrecciano: la ragazza derubata, infatti, incontra un giovane che le fa dimenticare l’attempato avvocato.




«Lo spunto e anche il congegno meccanico della storia avrebbero potuto fornire una buona occasione a un regista più discreto e più furbo. Ma il Ratonyi [...] ha diretto anche questa volta senza misurare, graduare ed adeguare gli effetti, le trovate e la recitazione degli interpreti alle esigenze di un racconto che voleva essere movimentato con grazia e anche con una leggera dose di mistero. Gli interpreti sono Vera Carmi di cui abbiamo lodato l’indubbia fotogenia e di cui speriamo di poter lodare in seguito il patos, la malizia e la penetrazione psicologica. Roberto Villa con quel suo viso e quel suo fare irrimediabilmente più fanciullesco della sua età [...] la Magnani come sempre esuberante di realismo» (S. De Feo, “Il Messaggero”, 17.7.1942).

«Una commedia di equivoci, [...] un film brioso, con buoni attori, [...] e la cui cosa migliore è l’interpretazione di Anna Magnani nella parte di donnina allegra» (G. Piovene, "Corriere della Sera", 20.5.1942).

«Sia La fortuna viene dal cielo che Una volta alla settimana sono diretti da Akos Rathony; ed entrambi sono interpretati, nelle parti principali, da Vera Carmi e da Roberto Villa. Inoltre, casa produttrice, genere, e formula sono gli stessi. Il primo, è vero, si svolge dichiaratamente a Budapest e vi corono fiumi di pengö, mentre nel secondo si tenta di parlare di “franchi” e ci sono altri diversivi; ma tutto, anche in questo, è budapestino (il budapestino cinematografico, s’intende): dall’improbabilità della vicenda alla stravaganza dei personaggi. [...] Conclusione: la formula Rathony-Carmi-Villa può andare bene se adoperata con moderazione; ma se diventa una formula in serie, una formula alla carta carbone, le faccende si complicano» (M. Doletti, “Film”, 25.7.1942).
 
«Ogni tanto succede che dei film mediocri siano invece interessanti per ricostruire determinati ambienti e situazioni storiche. È questo sicuramente il caso di La fortuna viene dal cielo, modesto film girato a Torino negli stabilimenti Fert da Acos Rathony (uno dei tanti ungheresi che durante la guerra lavora a Torino). È una commedia senza spunti e senza freschezza [...]. Le curiosità stanno altrove. L’azione si svolge tra un cinema (dove viene perso un gioiello) e un locale notturno (dove è rinvenuto). Si vedono così gli interni di due locali alla moda nella Torino dell’epoca ricostruiti da Luigi Rovere, che si occupava delle costruzioni. Rovere nel dopoguerra diventerà uno dei più importanti produttori del cinema italiano [...]. Nell’immaginario cinematografico, che allora era molto importante, Torino è dunque una città d’avanguardia per il divertimento e lo spettacolo. Ma le curiosità continuano. Ispettore di produzione del film è Fortunato Misiano, che nel dopoguerra fonderà la Romana Film attiva fino agli anni Settanta e specializzata in film a basso costo» (S. Della Casa, “La Stampa – TorinoSette”, 2.4.2010).


Scheda a cura di
Valeria Borello

Persone / Istituzioni
Akos Ratoni (Rathonyi)
Renato Del Frate
Vera Carmi
Roberto Villa
Anna Magnani
Franco Coop
Fausto Tommei
Nicola Maldacea


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