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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Museum o La statua di marmo
Italia/Repubblica Ceca, 2009, HD-TV, 14', Colore


Regia
Edi Mils

Soggetto
Edi Mils

Sceneggiatura
Edi Mils

Fotografia
Alberto Mattia Cerri

Operatore
Alberto Mattia Cerri, Edilio Milsani

Montaggio
Edilio Milsani

Scenografia
Carola Rivetti, Rosy Valenti, Giulia Zucca

Interpreti
Petra Vachouskova, Oana-Maria Breaban, Angelo Rivetti, Denny Cadé, Robert Coda



Produzione
Nulla Res

Distribuzione
Nulla Res

Note
Foto di scena: Massimo Clemente; assistente alla produzione: Daniele Ferrari.
 
Il cortometraggio è stato realizzato con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Torino e di alcuni studenti del Master per Analisti di Produzione Cinematografica e Televisiva promosso dal DAMS e dalla Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università di Torino.
 
Location: Ivrea, castello di Parella (TO).




Sinossi
Una giovane donna molto attraente ma repressa decide, in una calda giornata d’estate, di andare a visitare un’esposizione di arte contemporanea all’interno di un castello in alta collina, attratta da una gigantesca scultura che reinterpreta in chiave moderna il mito di Priapo, il dio della fertilità secondo gli antichi. Dopo aver attraversato le varie sale, giunta finalmente nella stanza della scultura, la ragazza finirà per avere un amplesso con la statua del dio senza che nessuno degli altri visitatori se ne accorga.




Dichiarazioni
«Il film rappresenta un omaggio a Walerian Borowczyk ed è una satira grottesca della dittatura estetica mediale contemporanea, che ha imposto modelli di perfezione fisica irraggiungibili dalla gente comune, finendo per condizionare subliminalmente il modo di pensare e la sessualità di molte persone. La donna in questo caso è talmente ossessionata dalla bellezza esteriore che finisce per sostituire l’uomo in carne ed ossa con una statua.
L’altro tentativo era quello di fare qualcosa che fosse erotico mantenendosi su un crinale in bilico tra la pornografia e il softcore, ma senza essere al contempo né l’una né l’altra cosa. Non so se ci sono riuscito. Tutto il lavoro che ho fatto sul film, dalla pre-produzione al completamento del montaggio finale, è stato per me durissimo. Avevo fatto tre tentativi di avviare la cosa, uno nel 2001, uno del 2005 e un altro nel 2007.  Ma per una ragione o per l’altra mi mancava sempre una tessera del puzzle, quindi all’ultimo ero costretto a rinunciare. Alla fine del 2008, dopo aver completato il cortometraggio Décalage, mi sono detto: “Ora o mai più”. Per la quarta volta ho ricominciato a lavorarci su, ero totalmente isolato. Prima ho trovato l’attrice, una playmate della Repubblica Ceca. Quindi il castello di Parella, nel quale ero stato due anni prima, mi ha confermato la disponibilità per ospitare le riprese. Nel corso del 2009 infine mi sono iscritto ad un Master di produzione cinematografica dove ho conosciuto sei persone che si sono rese disponibili per darmi una mano sul set e a sbrigare gli ultimi lavori di produzione. Abbiamo girato a fine luglio, in tre giorni, dopo quattro giorni di preparazione delle scenografie. Ho coinvolto l’Accademia di Belle Arti per le opere che dovevamo esporre, trasportando tutto con due camion. Penso che il risultato finale sia buono, anche se avrei forse voluto che il cortometraggio fosse un po’ più duro, un po’ più offensivo di come di fatto risulta essere» (E. Mils, Dichiarazione inedita).




Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Edi Mils


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