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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Il cerchio
Italia, 1993, 7', B/N


Regia
Flavio Moretti

Soggetto
Flavio Moretti

Sceneggiatura
Flavio Moretti

Fotografia
Pietro Sciortino

Musica originale
Antonio Chimienti

Montaggio
Flavio Moretti

Scenografia
Giuseppe Garau

Interpreti
Davide Bennati, Laura Alesiani, Sonja Pigatti



Produzione
Flay Productions

Note
Collaborazione alla produzione: Giampiero Massimelli, Assessorato alla Gioventù del Comune di Torino, Festival Internazionale Cinema Giovani.
Premio Giovani Ciak per la Miglior Sceneggiatura.




Sinossi
Un tossicodipendente (trasformato in albero) conduce altri giovani al suo stesso destino, trasformando anche loro in alberi. Da questo cerchio nessuno riesce ad uscire.



Dichiarazioni
«Il cerchio è un cortometraggio che tratta il dramma della droga. Meno retorico e più visionario grazie all’esplicito riferimento al cinema espressionista, tenta di descrivere un’ipotetica dimensione raggiunta da un tossicodipendente al momento dell’assunzione della droga. Vagando in un ambiente “dantesco” egli ritroverà se stesso ma... Il film non vuole assolutamente essere uno spot antidroga (comunque non è costruito per quell’uso). Invece il tema mi permetteva di esprimermi in modo onirico/fantastico, mi permetteva di usare il mezzo cinematografico in modo enfatico, di sicuro impatto visivo» (F. Moretti, www.flaviomoretti.it).  





«Il cerchio apre nuove prospettive nella complessità espressiva di Flavio Moretti. L’ispirazione iniziale è legata alle infernali piante dantesche disegnate da Gustavo Dorè. È la selva oscura dei violenti contro se stessi usata come metafora della droga in quanto discesa agli inferi e suicidio. Ma è anche il bosco stregato ricorrente in molte favole che trova la sua apoteosi nella foresta incubo di Biancaneve e i sette nani. Nella pena del contrappasso, Pier della Vigna è tramutato in tronco vivente, alle spalle di quest’immagine dantesca c’è una precisa tradizione classica di mitologiche metamorfosi: Dafne che diventa alloro, Polidoro che si muta in mirto. Senza dimenticare Ovidio: le sue metamorfosi ricongiungono l’uomo con i vari componenti della natura. Nel repertorio hollywoodiano, invece, i casi di mutazione in vegetale, in vegetalizzazione, sono incede molto rai: L’invasione degli ultracorpi. Il cerchio invece salta gli esempi del cinema di Hollywood degli umani che diventano animali o mostri, per riallacciarsi e ricongiungersi al mito, e diviene, lui stesso, raro esempio di film mutante vegetale: in un’impressionante e surreale boscaglia, un uomo trasformato in albero tocca con il suo braccio ramificato un altro individuo che, preso dalle spire della droga, si tramuterà in albero. La nuova pianta, a sua volta, toccherà una nuova vittima destinata a diventare albero. E così di seguito. È un cerchio che si chiude, stringe, strangola» (C. Scarrone, “SegnoCinema” n. 66, marzo-aprile 1994).
 
«[…] terrificanti orrori […] incontrati nel terrificante labirinto della droga dai giovani ed incauti protagonisti del cortometraggio Il Cerchio, definito consacrazione artistica e professionale del giovane Flavio Moretti […] tra i lavori che lo hanno preceduto e Il Cerchio c’è molta differenza, e le surreali e policromatiche atmosfere alla Tim Burton del passato sono state sostituite da un omaggio deliberato e maniacale alle malsane paranoie in bianco e nero dei classici Universal Anni ’30» (A. Ferrari, “Ciak”, luglio 1993).
 
«Girato in bianco e nero, il breve lavoro (dura 7 minuti) affronta il tema della droga attraverso il racconto fantastico di un giovane tossicodipendente protagonista di un sogno» (“La Stampa”, 28.1.1994).
 
«Il cerchio [ha] una “cifra” estetico-poetica che pare non lontana dal Lynch di Eraserhead. Certo, il tema della droga è di grande attualità e ci tocca tutti da vicino, ma pochi hanno tentato di mostrare al pubblico l’interiorità visionaria di un tossicodipendente. Fatte le debite proporzioni tra i “pesi specifici” […], il suo sogno allucinato potrebbe rammentare l’inquietante treno creato da Giger per tormentare i sonni alieni della protagonista di Species» (A. Capietti, “SFX Cinema” n.5, agosto-settembre 1996).


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Flavio Moretti
Pietro Sciortino
Giuseppe Garau


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