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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Lungometraggi



Valzer
Italia, 2007, 35mm, 90', Colore

Altri titoli: The Waltz

Regia
Salvatore Maira

Soggetto
Salvatore Maira

Sceneggiatura
Salvatore Maira

Fotografia
Maurizio Calvesi

Musica originale
Nicola Campogrande

Suono
Gianluca Costamagna, Maximilien Gobiet, Alessandro Molaioli, Marco Saitta

Effetti speciali
Bruno Albi Marini

Scenografia
Seanne Grasso

Costumi
Cristina Audisio

Trucco
Paola Fracchia

Aiuto regia
Samad Zarmandili

Interpreti
Valeria Solarino (Assunta), Maurizio Micheli (padre), Marina Rocco (Lucia), Graziano Piazza (capo), Eugenio Allegri (professore), Zaira Berrazouga (Fatima), Giuseppe Moretti (Vittorio), Francesco Feletti (assistente del capo), Gianni Cannavacciuolo (concierge), Francesco Cordio (giovane allenatore), Majlinda Agaj (Olga), Giancarlo Judica Cordiglia (importatore del format), Benedicta Boccoli (Maria), Rosaria Russo (donna nell’hammam), Cristina Serafini (giovane manager), Marina Rocca (Lucia)

Casting
Maura Martano, Gianfranco Cazzola

Produzione
Gianmario Feletti, Marisa Grieco, Marco Quintili, Stefano Sciarra per Home Production

Note
Operatori steadycam: Alessandro Brambilla, Alessandro Gentili; musiche eseguite da: Toujours Ensemble (fisarmonica: Alberto Fantino, pianoforte: Antonio Valentino, contrabbasso: Saverio Miele); soprano: Silvia Testoni; assistente ai costumi: Stefania Berrino; assistente alla regia: Marilee Reina; segretario di produzione: Daniele Manca; location manager: Federico Fusco;
  
Film realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
 
Location: Hotel NH Santo Stefano, Torino.
 
Premi: “Pasinetti Award” a Valeria Solarino come Migliore Attrice, Menzione Speciale a Salvatore Maira alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2007; Premio per il Miglior Contributo Artistico al Tokyo International Film Festival 2007.




Sinossi
In un’ora e mezza (il tempo della proiezione coincide con quella dell’azione) vediamo due vicende che si svolgono in un grande albergo torinese. Ai piani inferiori un uomo uscito da una prigione argentina vuole incontrare Lucia, la figlia che non vede da vent’anni, ma dalla quale ha ricevuto molte lettere; al suo posto però egli trova un’altra donna, Assunta, la vera autrice delle lettere, che ne ha assunto l’identità di Lucia. Ai piani superiori, gli eleganti “padroni” del Calcio italiano cercano di arginare la bufera dello scandalo che si è abbattuta su di loro. Le due storie marciano parallele, ma ad un certo punto si incontrano producendo un corto circuito drammatico.




Dichiarazioni
«Questo non è un film contro il calcio, ma contro la più odiosa forma di oppressione che sia mai stata inventata dall’uomo: la silenziosa, invisibile soppressione della creatività e della libertà espressiva da parte dei media. [...] Perché il film è stato pensato subito come musicale e, creando un flusso continuo, ho costretto i personaggi a seguire il ritmo della macchina da presa, permettendo loro di muoversi collegando le loro azioni allo sfondo piuttosto che il contrario,ovvero quello che accade di norma quando la storia e gli attori sono definiti da fattori e regole di tempo e di spazio, come nel montaggio» (S. Maira, www.fctp.it).
 
«È andata come dovrebbe andare, nel più pulito dei modi. Un giorno mi telefona il regista e mi dice: Sto girando un film, la sua musica mi piace, vuole scrivere una colonna sonora per me? Rispondo: Grazie, ma non è il mio mestiere, non saprei nemmeno come si fa. Lui insiste: Ho ascoltato i suoi dischi, la sua musica mi va bene così come lei la fa. Mi ha mandato la sceneggiatura e ne sono rimasto conquistato. [...] ho lavorato con una libertà creativa sorprendente. Ho seguito tutto il percorso del film, alcune pagine le ho scritte prima di iniziare a girare, su indicazione del regista. [...] Poiché è un unico piano sequenza, le scene si susseguono in modo teatrale e le riprese seguono un andamento dolce e cadenzato che è esattamente quello del valzer. [...] Sono orgoglioso del risultato. Il cinema ha un tipo di vitalità molto particolare. Il tempo di produzione di un film mette in moto grandi energie. Sul piano artigianale è stato molto stimolante, su quello creativo devo ammettere che è stato piuttosto facile. Tutti i dubbi e le intenzioni li aveva già risolti il regista. Io ho dovuto soltanto mettermi lì e scrivere» (N. Campogrande, “la Repubblica”, 10.3.2007).





Il film è girato apparentemente senza stacchi e tagli di montaggio, con un unico piano-sequenza di 90 minuti.
«Valzer di Salvatore Maira è realizzato in una serie di “reinquadrature” lunghe un'ora e mezza senza stacchi e tagli di montaggio. Un esercizio di stile, forse: però efficace nel rappresentare una sintesi simbolica il mondo dei potenti e quello degli umiliati e offesi» (R. Nepoti, “la Repubblica”, 4.9.2007).

«Non macera le parti intime dello spettatore con un professionista, un usuraio e un parricida, come Nessuna qualità agli eroi; non dà un banale sviluppo alternativo ai Cento passi, come Il dolce e l'amaro. No, Valzer propone squarci di società meno frequentati dai nostri soggettisti: gli ambienti del denaro e del calcio corrotto. Ahimè, li pone in inutile contrasto con un diseredato ed ex carcerato (Maurizio Micheli), che per anni ha scritto a una cameriera (Valeria Solarino), credendola la figlia, che invece di lui non voleva più sapere. E lo fa con enfasi didascalica, fra personaggi che declamano miseria morale e ricchezza materiale, per farsi subito riconoscere come cattivi. Ma Maira almeno batte piste nuove e smuovere la macchina da presa, in piano sequenza per lo più. Impresa notevole, considerando tempi e costi esigui che doveva imporsi» (M. Cabona, “Il Giornale”, 6.9.2007).
 
«Passione popolare e romantica, business spietato e feroce. Non parliamo di politica,mafia o religione, ma di qualcosa che le raccoglie tutte e tre: “la più importante delle cose inutili”, così lo definì Sacchi, il calcio. [...] Niente di straordinario se non fosse che Maira ha scritto il film ben prima che questi scandali esplodessero, ritraendoli con qualche schematismo ma anche con brillanti e profetiche intuizioni personali, vicende, frasi faranno fischiare le orecchie a molti. Lungometraggio inevitabilmente imperfetto - l'assenza di tagli impone forzature registiche e narrative - fa luce sull'anima nera del calcio, e non solo» (B. Sollazzo, “Liberazione”, 5.9.2007).
«”Se mi concedete il paragone forse un po’ troppo alto e colto, è un po’ come La Valse di Ravel, un valzer definitivo, l’ultimo prima di un’epoca che crolla”. L’accostamento è suggestivo. L’andamento dolce e cadenzato della musica, atmosfere viennesi e crepuscolari, per accompagnare una vicenda di corruzione e malaffare legata a calciopoli, alla gestione truffaldina del mondo del pallone e di quello della tv. Uno strano film, quello di Salvatore Maira, regista romano che è venuto a confezionare a Torino la sua scommessa. [...] Una storia contemporanea dai risvolti civili, una location soltanto, l’hotel NH Santo Stefano, alle Porte Palatine, un solo piano sequenza (come l’ipnotico Arca russa di Aleksandr Sokurov), un titolo che spiega molto, Valzer, e la musica a tenere tutto quanto insieme. Non una colonna sonora qualsiasi. A firmarla è il compositore torinese Nicola Campogrande, da alcuni anni della scuderia Universal, prolifico autore per le sale da concerto, per il teatro e qualche volta per la tv [...] ma mai, confessa, “entrato in contatto con il mondo del cinema”» (C. Caroli, “la Repubblica”, 10.3.2007).




Persone / Istituzioni
Salvatore Maira
Maurizio Calvesi
Nicola Campogrande
Valeria Solarino
Maurizio Micheli
Graziano Piazza
Eugenio Allegri


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