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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

Cortometraggi e Documentari



Fred
Italia, 2001, 54', Colore


Regia
Pit Formento

Sceneggiatura
Pit Formento , Laura Bettanin

Fotografia
Pit Formento

Montaggio
Juan Carlos Gnocchini, Stefano Strocchi

Direttore di produzione
Laura Bettanin

Produzione
Elena Filippini per Stefilm

Note
Ideazione e ricerche materiali d’archivio: Fabrizia Galvagno; filmati di repertorio: Teche Rai, Rai Trade, Istituto Luce; archivi fotografici: Edizioni La Stampa, Archivio Storico della città di Torino, Fondo Gazzetta del Popolo; sviluppo: Stefano Tealdi, Pier Paolo Marchetti; assistente al montaggio: Gustavo Solis Moja; coproduzione: Tele+ con la partecipazione di Regione Piemonte.




Sinossi
«Questo film vuole tracciare il profilo di un musicista che diventò mito senza saperlo, quasi suo malgrado. Splendide immagini d'archivio dei film di cui fu protagonista, dei cinegiornali, dei programmi televisivi e radiofonici, degli album di famiglia di Fatima e Leo Chiosso, dei suoi amici musicisti saranno il fil rouge della narrazione, commentate dagli stessi protagonisti» (www.stefilm.it).




Dichiarazioni
«Cosa e chi c'era attorno a Fred Buscaglione durante i vent'anni trascorsi in attesa del successo? Che cosa è rimasto di lui dopo che se ne è andato sulla sua Thunderbird rosa? Viaggiando sulle memorie di persone che sembrano ragazzi anche se hanno magari settanta o ottant'anni e sulle immagini d'allora, ritroviamo quel mondo, irripetibile, inspiegabilmente suscitatore di nostalgie persino in chi non l'ha vissuto. Gli ingredienti c'erano tutti: la musica, il whiskey e le donne. E in più sapeva farsi amare per quell'aria a metà fra Humphrey Bogart e Clark Gable, per tutte le sue intemperanze ed esagerazioni, per la sigaretta perennemente pendula fra le labbra, per il bicchiere colmo sempre in bilico sul pianoforte che ne facevano un gangster simpatico, americano sì ma solo alla lontana. Comincia giovanissimo a guadagnarsi da vivere suonando nella sua Torino, la guerra lo costringe a sospendere, ma senza musica nulla sembra aver senso e ricomincia appena possibile. Deve la sua fama internazionale all'amico e paroliere Leo Chiosso, che gli disegna addosso la figura di tombeur des femmes, ma anche alle sue straordinarie esibizioni, ai film che interpreta, 10 in un solo anno, e alle innumerevoli scritture collezionate in una carriera troppo breve. La sua storia è fatta delle storie di quelli che hanno condiviso la sua avventura e di altri, che senza averlo conosciuto lo vivono come un amico, sedotti dalla sua inspiegabile unicità. E allora il nostro sguardo sul repertorio cambia: non vediamo più la stella spenta, lontana, ma uno che un poco ci somiglia, che voleva per sé delle cose semplici, e soprattutto, per dirla ancora con Chiosso, “un brav'uomo". Travestito da gangster, convincente nel suo ruolo perenne di duro ironico, vincolato a un'idea di canzonetta stravagante, era un galantuomo, musicista di livello altissimo, timido. C'é un racconto di Flannery O'Connor che si intitola "Un brav'uomo è difficile da trovare". Eccolo qua» (P. Formento, Press book di Tele+).





«Il titolo, forse, la dice lunga. Anzi, era un chiaro segno premonitore che lì per lì non ho colto. Quel “Il grande Fred” che scimmiottava, storpiandolo, il titolo del bellissimo film del 1983 di Lawrence Kasdan (The big chill, ossia Il grande freddo), avrebbe dovuto già allora farmi intuire dove sarei andato a finire con la biografia appena terminata: addirittura sugli schermi del Festival cinematografico della mia città, quella Torino tanto amata da Fred e che tanta parte aveva avuto nella sua troppo breve avventura. Eppure lo spirito con cui era nato il volume era profondamente diverso. Nei ricordi di bambino Buscaglione era solo un cantante dalla voce roca che cantava cose strane e che aveva avuto la sfortuna di morire presto. Quando ero ragazzo Fred era semplicemente il figlio della portinaia di un palazzo del centro, di fronte al quale passavo per andare a scuola. Poi, in occasione dei quarant’anni della morte, mi è sembrato doveroso cercare di ripercorrerne compiutamente il percorso umano ed artistico attraverso un libro. Anche perché quella di Fred Buscaglione è davvero una storia appassionante e coinvolgente, strana (come sanno essere strane le vicende degli artisti un po’ maudit) e avventurosa. Avendo conosciuto il cantante e il personaggio in ogni sfaccettatura, credo di poter dire che Fred era davvero un innovatore, anzi un precursore, forse un genio. Che, come spiegava chi lo ha conosciuto a fondo, pensava e ragionava in note, tanto grande era il suo attaccamento e l’amore per la musica, quasi come se fosse consapevole di non aver troppo tempo da perdere. Il successo, arrivato soltanto negli ultimi due anni, era stato davvero travolgente. In pochi mesi Fred, il grande Fred, aveva raccolto con gli interessi tutto quello che aveva seminato in vent’anni di gavetta, ma intanto aveva perso l’amore e la serenità. E, poco dopo, anche la vita. Cosa sarebbe stato di lui se non fosse morto prematuramente? “Busca” si era reso conto di non poter proporre a lungo lo stesso personaggio, e per questo si stava a poco a poco avviando su una strada diversa: dopo la svolta musicale “slow”, il cinema importante lo attendeva a braccia aperte. Purtroppo non c’è stato il tempo» (M. Ternavasio, novembre 2001, www.stefilm.it). 


Scheda a cura di
Franco Prono

Persone / Istituzioni
Pit Formento
Stefano Strocchi


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