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ENCICLOPEDIA DEL CINEMA IN PIEMONTE

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Enciclopedia del cinema in Piemonte è un sito web consultabile gratuitamente dedicato alla catalogazione di tutta l'attività cinematografica e televisiva realizzata a Torino e in Piemonte dal 1900 ad oggi

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Anni '80: festival, filmmaker e videomaker

Quando negli anni Ottanta si diffondono le tecnologie video, a Torino si assiste a una vera e propria esplosione di nuove produzioni. Se il cinema italiano ufficiale versa durante quegli anni in una crisi profonda, le migliori energie si riversano nel cinema indipendente, dove è possibile ritrovare idee e autori che proseguono le sperimentazioni degli anni precedenti. In un cinema che sta perdendo la memoria, i film-maker e video-maker torinesi si distinguono per la capacità di cogliere le nuove risorse tecnologiche e i nuovi linguaggi dell’audiovisivo riallacciando esperienze e attitudini del passato prossimo, collegandosi agli ambienti vitali del teatro, della musica indipendente, delle arti visive, e aprendosi a contatti e scampi con nomi di primo piano del cinema internazionale come Jean-Marie Straub e Daniéle Huillet (che vengono in Piemonte per realizzare parte del loro Dalla nube alla resistenza) e Jean Rouch (che realizza L’enigma all’interno di un workshop con i giovani registi locali). Ma oltre a questa “scena”, con autori in vario modo collegati tra loro come Gianfranco Barberi, Marco Di Castri, Daniele Segre, Alberto Signetto, Armando Ceste, Mimmo Calopresti e Pè Calopresti, Claudio Paletto, Pier Milanese, un elemento decisivo per la vita cinematografica e culturale della città è la nascita nel 1982 del Festival Internazionale Cinema Giovani, che apre un punto di contatto verso la cinematografia indipendente mondiale e si pone in poco tempo come punto di riferimento per tutti coloro che nel territorio regionale realizzano film a soggetto, cortometraggi, documentari, seguito a breve distanza dal festival dedicato al cinema a tematiche Omosessuali “Da Sodoma a Hollywood” e svariate altre rassegne e iniziative. Nel frattempo il Museo del cinema di Torino compie passi significativi verso la sua nuova identità articolata e internazionale. Nella primavera 1989, quasi a chiudere un decennio di grandi trasformazioni per il cinema a Torino, apre la Multisala Massimo, tre schermi che rappresenteranno negli anni successivi un punto di riferimento imprescindibile. L’inaugurazione vede la prima di Occhi che videro, affascinante testimonianza-ritratto di Segre sulla leggendaria Maria Adriana Prolo, la tenace “inventrice” del Museo.
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